Ultima replica di un intenso e coinvolgente Purgatorio di Ravenna Teatro a Matera

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Oggi, domenica 2 giugno 2019, va in scena a Matera, nell’ex convento delle Monacelle, a due passi dalla cattedrale, l’ultima sacra rappresentazione del Purgatorio di Ravenna Teatro, regia di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, coproduzione di Matera 2019 e Ravenna Festival. L’avventura del Purgatorio è partita qui lo scorso 17 maggio e dopo 17 repliche oggi chiude i battenti a Matera per trasferirsi a Ravenna, dove debutterà a breve nell’ambito del Ravenna Festival 2019.

L’omaggio di Ravenna alla splendida Matera Capitale Europea della Cultura è questa seconda cantica di Dante che ha trovato nella città dei sassi un teatro naturale forse irripetibile per una messa in scena intensa ed emozionante, in cui predominano alcune parole che guidano lo spettatore. Redenzione, ovviamente, perché questo è il dichiarato intento del Purgatorio dantesco. Ascesa che è insieme fisica e spirituale, percorso che porta lo spettatore fino alla cima della montagna del Purgatorio e infine al Paradiso.

Ma anche pedagogia. C’è un forte intento pedagogico nel Purgatorio – con il ritorno letterale sui banchi di scuola – per imparare dai propri errori, per superare i propri peccati, per emendarsi e liberarsi. Per conquistare sapienza e luce e bellezza. E poi c’è la politica – e non poteva non esserci -; quella di Dante teorico dei due soli Impero e Papato e dell’invettiva contro l’Italia “serva” e “bordello”. Ma c’è anche l’attualità politica di Martinelli e Montanari con la magnifica ed intensissima scena iniziale delle donne morte violentemente, uccise dai loro mariti, padri, fidanzati, fratelli. Pia che diventa Maria che diventa Giulia che diventa tutte le donne del mondo. E poi nella scena finale abbiamo non una Matelda ma quattro piccole Greta Thunberg con le trecce, con il loro lamento per lo stato del pianeta e la loro invettiva contro l’irresponsabilità degli adulti e dei potenti.

E poi ci sono amore e speranza nel Purgatorio. Si è decisamente usciti dall’atmosfera plumbea e disperata dell’Inferno. Qui regna l’idea della rinascita spirituale. Il pellegrinaggio-ascesa di redenzione. E naturalmente c’è il teatro che si fa vita e la vita che irrompe nel teatro con la pratica ormai collaudata della chiamata pubblica, con la partecipazione attiva ed entusiasta allo spettacolo di adulti e bambini, di singoli e gruppi che creano un rito collettivo, totale, un po’ festa civile, un po’ sacra rappresentazione. Alla fine l’ascesa e la redenzione fisica e spirituale del pubblico e degli attori si sciolgono in un grande applauso e abbraccio collettivo su Via del Riscatto, sui gradini della cappella delle Monacelle.

Il Purgatorio è uno dei tanti eventi di Matera 2019 ma è un evento che ha lasciato un segno. Ha unito per due settimane e mezzo Matera e Ravenna in un gemellaggio teatrale e culturale. Che non finisce qui. Perché come un pullman di ravennati ha raggiunto Matera per partecipare al Purgatorio, così da Matera stanno facendo altrettanto per venire a Ravenna. E poi gli amici materani parteciperanno alle celebrazioni dantesche di settembre. Il Purgatorio è stato accolto con entusiasmo a Matera, insieme teatro e carne viva della messa in scena; ogni sera le Monacelle hanno fatto il pieno, e d’altronde lo spazio consentiva solo 80 spettatori a sera e proprio per questo ha permesso il crearsi di una chimica particolare e difficilmente replicabile fra corpo recitante e pubblico astante. Tutto intorno la città è ricca di fermento e brulicante di visitatori. Bellissima. Una città Purgatorio che dai bassifondi del mondo antico – che poi era l’altro ieri – ha saputo risalire in pochi decenni alla luce della sua redenzione.

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