Pane, olio e vino: Slow Food a GiovinBacco in Piazza a Ravenna ripropone i “fondamentali”

A GiovinBacco in Piazza 2019 – che si tiene a Ravenna il 25, 26 e 27 ottobre – Slow Food Ravenna ripropone tutti gli anni la sua filosofia del “buono, pulito e giusto” che ha fatto crescere l’associazione in Italia e nel mondo fino a farla diventare un player importante e autorevole nella battaglia planetaria per l’agricoltura e il cibo di qualità. E quest’anno, in particolare, si può ben dire che Slow Food riparte dai fondamentali: il pane, l’olio, il vino.

Lo spazio Pane, Olio e Companatico in Piazza Garibaldi – a fianco della piazza del vino di Romagna, ovvero Piazza del Popolo – è la novità più importante di GiovinBacco 2019. “Sì, quest’anno abbiamo allestito lo spazio Pane, Olio e Companatico.  – ci racconta Mauro Zanarini di Slow Food – Anno scorso abbiamo proposto i formaggi a Palazzo Rasponi dalle Teste, che – come abbiamo detto più volte – a GiovinBacco saranno una presenza biennale. Quindi ritroveremo i formaggi nel 2020. Ci alterneremo sempre con la manifestazione Cheese a Bra, che si è tenuta quest’anno e si terrà poi nel 2021. Lavoriamo per far diventare Ravenna un punto di riferimento per i formaggi dopo Bra, con il meglio della produzione casearia italiana. Quest’anno, dunque, in alternativa ai formaggi abbiamo il pane e l’olio, due alimenti fondamentali della nostra dieta. – continua Zanarini – Tutti noi consumiamo pane e olio ma anche per questi prodotti di base bisogna fare un discorso chiaro sulla qualità. In particolare sull’olio. L’olio di qualità ha un costo sul quale non si può giocare. Si trovano sul mercato oli a 3 euro al litro che sono una vergogna per il nostro paese. È come se le persone volessero bene più alla propria auto che ai propri figli, dal momento che per i figli arrivano a comprare olio a 3 euro, appunto, mentre per la macchina lo comprano a 18 euro al litro. È paradossale.”

“L’olio è essenziale alla nostra dieta. Ne basta poco e fa bene alla salute. Ma deve essere buono. Quindi usiamo meno olio ma usiamo olio di qualità. – insiste Zanarini – È questo il messaggio che vogliamo lanciare con lo spazio in Piazza Garibaldi, con i produttori di olio che incontreremo e che esporranno il loro prodotto. Sul pane vale lo stesso discorso. Anche molte delle intolleranze collegate al consumo di pane sono derivate da problemi di coltivazione e lavorazione del grano. Nei campi non si fa più la turnazione che si faceva una volta. Si sono abbandonati i grani di una volta. Bisogna tornare ai grani biologici e ai grani antichi. C’è un movimento di giovani che sta portando di nuovo in campagna e in montagna i grani antichi: si stanno recuperando questi grani che sono stupendi, sono più difficili da coltivare ma dal punto di vista organolettico, della qualità e della salute sono importantissimi.”

“Ma torniamo all’olio. A GiovinBacco ogni anno assegniamo il premio il Pidocchio d’Oro a personalità che hanno valorizzato con la loro attività la Romagna enogastronomica; quest’anno è capitato proprio, direi a puntino, – continua Zanarini – che la giuria abbia deciso di dare il premio a Franco Spada (nella foto sotto), agronomo e Presidente del Consorzio DOP Brisighella. Spada è l’uomo cui va il merito, fin dagli anni ’70, di avere portato avanti a Brisighella una bella storia di olio.

Questa la motivazione ufficiale del premio: “Franco Spada ha il grande merito di avere valorizzato sin da subito gli olii di Brisighella previlegiando due cultivar di valore straordinario, la ghiacciola e la nostrana di Brisighella raccolte e lavorate in tempo reale con una precisa programmazione di lavoro esclusiva delle due varietà. In Italia è stato tra i primissimi ad usare il metodo Sinolea di estrazione dell’olio, il più moderno e naturale e ha portato a livelli di straordinaria qualità gli olii di Brisighella, i primi ad ottenere la DOP in Italia. Sino dagli anni settanta sono entrati nella migliore ristorazione italiana contribuendo a sensibilizzare il consumatore attento alla richiesta di un olio di qualità. Una storia esemplare, l’eccellenza di una piccola realtà in terra di Romagna. Nel mondo degli olii italiani è stato un protagonista assoluto in un mondo dove c’è di tutto.”

Slow Food propone a GiovinBacco poi laboratori e incontri interessanti sul pane e sull’olio (in Piazza Garibaldi) e sul vino alla Sala Spadolini della Biblioteca Oriani (vedi il programma).

Un momento importante è il confronto sul turismo del vino “che è in continua crescita e che fra l’altro è animato da molte donne e questo ci fa piacere” dice Zanarini. La Presidente è Donatella Cinelli Colombini, signora del Brunello di Montalcino. “Il territorio è il nostro oro, perché questo territorio è inimitabile, nessuno ce lo può copiare. I cinesi non ce lo possono portare via né copiare. Non possono copiare i prodotti che costituiscono le nostre eccellenze, al massimo possono fare delle brutte copie” chiosa l’animatore di Slow Food.

In Piazza Kennedy ci sarà come sempre la grande postazione che Slow Food gestisce insieme all’Associazione Il Lavoro dei Contadini, mentre di fronte ci sarà la selezione dei vini italiani della Guida Slow Wine scelta per il pubblico proprio da Slow Food Ravenna. 

Franco Spada

SLOW WINE, DA MONTECATINI A… GIOVINBACCO

A GiovinBacco nelle giornate del 25-26-27 ottobre in Piazza Kennedy sarà proposta un’ampia selezione di vini presenti nella guida Slow Wine 2020 serviti dai bravi sommelier dell’AIS: vini che hanno ottenuto il riconoscimento di Vino Slow e di Vino Quotidiano.

Per Vino Slow si intende una bottiglia che, oltre ad avere una qualità organolettica eccellente, riesce a condensare nel bicchiere caratteri legati al territorio, storia e ambiente. Dall’edizione 2017 l’attribuzione di questo simbolo implica l’assenza di diserbo nei vigneti. Il Vino Slow risponde anche al criterio del buon rapporto tra la qualità e il prezzo, tenendo conto di quando e dove è stato prodotto. Per Vino Quotidiano si intende una bottiglia eccellente sotto il profilo organolettico che costa fino ad un massimo di 10 €. in enoteca.

Slow Wine è una guida che al proprio centro non ha solo la bontà dei vini, ma che parla di chi li realizza e di come vengono prodotti, di vigneti e di suoli, di naturalità e agronomia, di vitigni e metodi di coltivazione, di un futuro sostenibile. Il messaggio che si vuole fare germogliare è: prima l’agricoltura, prima il valore salvifico del vignaiolo custode della fertilità del suolo, poi magari anche il sentore di ciliegia e fragola dentro il bicchiere.

Per celebrare i 10 anni di Slow Wine si è tenuta sabato 12 ottobre a Montecatini Terme la più grande degustazione di vino dell’anno. Le Terme Tettuccio di Montecatini Terme sono la location che ormai ospita la presentazione nazionale della guida da ben 5 anni a questa parte. Si è trattato di una vera e propria festa, sia per gli appassionati sia per i vignaioli che crescono anno dopo anno come adesioni. A Montecatini erano presenti oltre 600 produttori con i loro vini. A Ravenna a GiovinBacco ce ne sarà una selezione significativa che come sempre incontrerà il gusto del pubblico e degli appassionati.

LA CENA FINALE DI SLOW FOOD

Lunedì 28 ottobre dalle ore 20 al Grand Hotel Mattei di Ravenna è in programma la Cena conclusiva a cura di Slow Food con la grande cucina dello Chef Alfonso Caputo della Taverna del Capitano di Marina del Cantone – Massalubrense (Na), una stella Michelin. Presente in sala la sommelier Mariella Caputo amica da anni di GiovinBacco come componente Ais nella giuria che decreta i migliori Romagna Albana e Romagna Sangiovese. Nell’occasione verrà consegnato il premio “E’ bdòcc d’òr” (il pidocchio o cozza d’oro). Il costo della cena è 65,00 euro per soci Slow Food, 70,00 euro per i non soci.

Info e prenotazioni (obbligatorie entro venerdì 25 ottobre): telefonare al 335 375212 o inviare una mail a maurozanarini@gmail.com

IL MENU

  • Aperitivo di benvenuto
  • La Ricciola Marinata: briciole di crostini agliati, burrata di bufala, pomodorini secchi e olive nere
  • Spaghetti alla Nerano: con zucchini e basilico
  • Nasello del Mediterraneo: al finocchietto selvatico, acqua di cavolo nero e pomodoro
  • Il Limone della Costiera: il soffiato, il gelato e la sua salsa
  • I Vini in abbinamento sono stati selezionati tra le cantine presenti a GiovinBacco.
Mauro Zanarini

L’ABITO FA IL VINO? FOCUS SUL VINO SFUSO

Sabato 26 ottobre alle ore 18,00 presso la Sala Spadolini della Biblioteca Oriani di via Corrado Ricci a Ravenna GiovinBacco propone un focus sul vino sfuso di qualità con la presenza di operatori del settore che ricoprono differenti ruoli. Intervengono Roberto Ronchi responsabile commerciale della Cantina Spalletti Colonna di Paliano (cantina privata), Claudio Pezzi responsabile commerciale di Cantine Intesa (cantina cooperativa), Massimo Serena Monghini ristoratore dell’Osteria del Tempo Perso, Marco Calderoni dell’enoteca Cantina di Calderoni. Modera Mauro Zanarini di Slow Food Ravenna.

Avete mai pensato a quale vino vi fa sentire a casa ? Quale vino immaginate come abbinamento a piatti gioiosi ed invitanti, familiare ma non impegnativo. Una buona parte di consumatori cerca sensazioni nei vini in bottiglia, scorriamo gli scaffali dei supermercati, delle enoteche, dei wine bar e troviamo sfilate di etichette ben disegnate, vetri pesanti, e tanti vini molto simili. Però la maggior parte del vino si vende ancora sfuso, questa è la verità. La seconda verità è che purtroppo si tratta spesso di vino di scarsa qualità, sostiene Mauro Zanarini di Slow Food.

“Negli anni passati la “mezzetta” era il vino povero per operai e turisti; bianco o rosso. Venivano e vengono proposti tuttora prodotti indegni che non andrebbero chiamati vini, vini locali e molti provenienti da altre regioni, frizzanti e pieni di solforosa. Ma la dignità del vino sfuso esiste? – si chiede Zanarini che alla risposta dà una risposta affermativa – Considerato giustamente pessimo, il vino sfuso aveva ceduto il posto al vino in bottiglia, ma oggi grazie a produttori che hanno intuito la proposta di uno sfuso di qualità, è tornato. Molti ristoranti hanno ripreso a proporre vino “buono” sfuso , nel calice o nel classico gotto, e il consumatore ha gradito perché è un vino per un consumo facile e spensierato, servito a temperature più basse per aumentarne la bevibilità. Si può bere senza troppa attenzione e farlo con piacere, non considerando l’alcolicità, gli estratti e la complessità del buon vino in bottiglia che vogliamo ancora continuare a bere.”

“L’innalzamento del livello dei vini sfusi è figlio di più attenzione al prodotto che dispone il consumatore ad un approccio positivo, più attenzione alla digeribilità e al territorio. Si può tornare a bere un quartino di vino della casa senza aver paura di star male, un vino giovane, meno strutturato ma sano. – continua Zanarini – Bianchi e rossi non sono più prodotti di serie C. Non è il costo minore che spinge all’acquisto di un buon vino (costano il doppio di un qualsiasi vino scadente in bottiglia). Una volta l’oste proponeva vino della casa bianco o rosso, cioè un vino prodotto da cantine sociali che costava poco all’origine. Oggi lo sfuso proviene anche da piccole cantine, questi sfusi non hanno un prezzo basso come il vino della casa: il loro prezzo è basso in rapporto all’alto valore del vino proposto. Si ha consapevolezza di avvicinarsi ad un vino non industriale ma fatto da piccoli produttori (spesso lo stesso presente anche in bottiglia), dove si sente il territorio.”

“Il consolidamento nel mercato dei vini naturali ha contribuito a stimolare la curiosità verso questa tipologia di vino. Il vino sfuso ha la leggerezza e la gioia di vivere che la degustazione sacrale del vino in bottiglia aveva rinunciato a proporre. Molti produttori che hanno in catalogo vini importanti premiati dalle guide non temono il vino nella caraffa. Contenitori tipo il bag in box sono ecologici e garantiscono la qualità fino all’ultimo bicchiere. Lo stessa cosa per vini in fusti ma spillati con azoto. – conclude Mauro Zanarini di Slow Food – Il consumatore del futuro prenderà coscienza che il concetto di qualità non consiste in una semplice e roboante descrizione organolettica, giudicherà la digeribilità, la capacità del vino di servire e di essere ministro della tavola, un’aspirazione tanto naturale quanto alta; si accorgerà che il produttore migliore non è solo quello celebrato dalla stampa, ma quello che coltiva il rispetto del suo territorio e della naturalezza espressiva del proprio vino. Per questo comincerà a pagare il vino sfuso il prezzo che si merita.”

INCONTRI E LABORATORI ORGANIZZATI DA SLOW FOOD

VENERDÌ 25 OTTOBRE

Ore 18,30 – Sala Spadolini – Biblioteca Oriani – via Corrado Ricci 26 – San Valentino: i vini di Luca D’Attoma. Partecipano Roberto Mascarin vignaiolo e Gian Carlo Mondini docente e degustatore Ais. Laboratorio a pagamento per sostenere le iniziative di Slow Food (tel. 335 375212).

Ore 20,00 – Sala Spadolini – Biblioteca Oriani – via Corrado Ricci 26 – Le Donne del Vino dell’Emilia-Romagna: “Come ci siamo ritrovate in questo mondo”. Intervengono Antonietta Mazzeo giornalista delegata Associazione Donne del Vino Emilia-Romagna, Antonella Perdisa produttrice Donne del Vino Emilia Romagna, Ilaria Di Nunzio sommelier Donne del Vino Emilia Romagna. Conduce Anne Meglioli Segretaria generale FIJEV e associata a Donne del Vino Emilia-Romagna.

SABATO 26 OTTOBRE

Ore 11,00 – Salone dei Mosaici – Piazza Kennedy (ingresso via IX Febbraio) – Vino e Territorio: il turismo delle esperienze e delle emozioni. Intervengono Andrea Corsini Assessore al Turismo e Commercio Regione Emilia Romagna, Antonella Perdisa presidente Movimento Turismo del Vino Emilia-Romagna, James Hobson di Proeven van Italië (Degustando l’Italia) brand che promuove l’Italia nel Nord Europa. Modera Mauro Zanarini Slow Food Ravenna.

Ore 16,00 – Sala Spadolini – Biblioteca Oriani – via Corrado Ricci 26 – Bollicine Romagnole biologiche, biodinamiche e naturali da vitigni autoctoni. Intervengono Paride Benedetti di Santa Lucia Vinery e Piero Fiorentini collaboratore della Guida Slow Wine. In abbinamento la mortadella classica di Bologna Presidio Slow Food con la ciupèta, tradizionale pane ferrarese. Intervento di Alberto Fabbri esperto di enogastronomia. Laboratorio a pagamento per sostenere le iniziative di Slow Food (tel. 335 375212)

DOMENICA 27 OTTOBRE

Ore 10,30 – Pane, Olio e Companatico – Piazza Garibaldi – La Filiera del pane: dal campo alla tavola. Intervengono Paolo Marianini agricoltore biologico, Stefano Prensani mugnaio, Giancarlo Ceccolini fornaio, Alessandra Bazzocchi cuoca, Maria Angela Ceccarelli Slow Food Ravenna. Modera Mauro Zanarini Slow Food Ravenna. Degustazione gratuita di pane e olio Evo. Posti limitati.

Ore 15,30 – Pane, Olio e Companatico – Piazza Garibaldi – Incontro con l’Associazione Italiana Amici dei Mulini Storici. Interviene Rosanna Pasi referente regionale AIAMS e Presidente dell’Associazione Amici del Mulino Scodellino di Castel Bolognese (RA) che realizza il progetto Mulino Didattico.

Ore 16,30 – Sala Spadolini – Biblioteca Oriani – via Corrado Ricci 26 – Albana Déi. Degustazione guidata da Andrea Spada e Carlo Catani delle sette albane finaliste del 2019 all’evento dedicato all’albana. Laboratorio a pagamento per sostenere le iniziative di Slow Food (tel. 335 375212).

Ore 18,00 – Pane, Olio e Companatico – Piazza Garibaldi – L’olio di Romagna da Brisighella a Rimini. Conducono Mauro Pasquali coordinatore della Guida Slow Food agli extravergini per Veneto e Trentino e Francesca Baldereschi referente Slow Food Italia per l’Emilia-Romagna. Incontro con i produttori di oli romagnoli: Gianluca Tumidei, Tenuta Pennita; Franco Spada, Terre di Brisighella; Marco Amati, Oleificio Sapigni; Giovanni Fraternali Grilli, Uliveto del Fattore. Degustazione gratuita di pane e olio Evo. Posti limitati.

 

Tutto il programma su www.giovinbacco.it