Eraldo Baldini presenta i suoi nuovi libri alla Bottega Bertaccini di Faenza

Venerdì 18 ottobre alle ore 21, alla Bottega Bertaccini di Faenza, Eraldo Baldini presenta i suoi nuovi lavori: il romanzo “La palude dei fuochi erranti” (Rizzoli) e il saggio “L’orribile flagello – I terremoti in Romagna nel Medioevo e in Età moderna” (Il Ponte Vecchio Editore).  Due approcci narrativi diversi con un unico filo conduttore: la paura. Spiega lo stesso Baldini: “L’uomo non si libererà mai delle paure, nonostante il progresso scientifico abbia avuto sostenitori così accaniti da pensarlo”.
Ci sono eventi che avvertiamo come inaffrontabili: le pestilenze e le malattie oppure le forze della natura incarnate dalla forza distruttrice dei terremoti sono fra questi ed è inevitabile averne paura. Due libri diversi ma che affondano comunque le radici in temi e terreni comuni, in perfetta coerenza con il resto dell’opera del maestro del gotico rurale.

“La palude dei fuochi erranti”

Il romanzo “La palude dei fuochi erranti” si svolge nell’anno del Signore 1630. Il villaggio immaginario di Lancimago, ai margini di grandi plaghe acquitrinose, abitato da poveri contadini che lavorano terreni poco redditizi di proprietà di un’abbazia e di un signorotto locale, ascoltano con angoscia le notizie sempre più drammatiche della peste che si avvicina.

I monaci dell’abbazia decidono di prepararsi al peggio e fanno predisporre una grande fossa per le eventuali vittime dell’epidemia; ma durante i lavori di scavo vengono alla luce numerosi scheletri che recano segni di brutale violenza. La memoria collettiva e i reggenti della comunità non sanno o non vogliono rivelare di chi siano.
Dopo quei macabri ritrovamenti, mentre in loco è giunto monsignor Rodolfo Diotallevi, inviato dal Commissario Apostolico per allestire i cordoni sanitari per contenere il contagio, nelle paludi nebbiose, nei campi smisurati e nelle boscaglie circostanti cominciano a succedere cose strane e inquietanti, a partire dal manifestarsi di fuochi che, sospesi nell’aria, si muovono nella notte e da segni che fanno pensare all’azione degli untori, i malvagi propagatori della peste.

Quei fenomeni, che sembrano opera del Demonio, riportano alla mente di Diotallevi vecchi terrori mai superati e lo costringono ad affrontare i propri ricordi e le proprie paure per cercare di capire cosa stia davvero succedendo, mentre un misterioso forestiero che si autodefinisce “scienziato” perlustra e sonda incessantemente i terreni della zona in cerca di qualcosa di segreto e importante.
Sarà con l’aiuto di un’anziana donna già processata per stregoneria dall’Inquisizione, di un frate che cerca nella fede ritrovata di scontare il proprio passato di boia e di torturatore e di una ragazzina che vive su un albero fin da quando, anni prima, vi è salita per sfuggire a una sorta di incubo collettivo, che il monsignore comincerà a capire che quella comunità, sospesa tra religiosità e superstizione e tormentata da difficoltà materiali, da terrori ancestrali e dalla sopraffazione dei potenti, sta subendo un disegno che sarà molto difficile contrastare, così come sarà arduo distinguere, in quel clima angosciante di paura e di mistero, il naturale dal soprannaturale, i giusti dai rei, i carnefici dalle vittime.

“L’orribile flagello – I terremoti in Romagna nel Medioevo e in Età moderna”

Il secondo lavoro che verrà presentato, “L’orribile flagello – I terremoti in Romagna nel Medioevo e in Età moderna”, riprende e sviluppa alcune ricerche che Baldini ha già affrontato in passato.
I terremoti in Romagna non sono un avvenimento inusuale o inatteso. Proprio di recente le ricorrenze dei terremoti riminesi del 1916 e di Santa Sofia del 1918, sono state l’occasione per rinnovarne la memoria. Secondo alcuni studiosi, bastano un paio di generazioni per perdere memoria di eventi traumatici che hanno interessato una comunità, e questo processo è forse oggi accelerato  da quell’enorme e indistinto cumulo di informazioni che ci arriva attraverso media e social.

Proprio per questo è straordinariamente importante l’approccio proposto da questo libro: un libro in cui la storia non è quella nuda, dei fatti, degli eventi naturali, dei luoghi colpiti. Ma è quella raccontata, dai cronisti medievali e d’età moderna, dai diaristi e dagli storici locali, fino a quanti si sono cimentati proprio nell’impresa di documentare la storia sismica locale.  È nella forma del racconto, affascinate, intrigante, che il libro di Baldini prende forma. Esplorando, prima di tutto, il contesto antropologico e culturale dal quale emergono le tracce di eventi passati, tracce che assumono forme variegate nelle leggende e nei misteri che avvolgono un fenomeno fisico che si cerca di interpretare in modi sempre nuovi.
Frutto di un paziente e approfondito lavoro ultradecennale di ricerca e di documentazione, questo volume è godibile e accessibile a ogni lettore, e allo stesso tempo repertorio esaustivo, preciso e scientificamente ineccepibile.