Un accessorio ‘di corte’: al Private Banking della Cassa di Ravenna arriva la mostra di fazzoletti foto

La Cassa di Ravenna S.p.A., nell’ambito delle iniziative di valorizzazione del collezionismo privato, ospita presso le proprie vetrine del “Private Banking” di Ravenna (ex Negozio Bubani) di Piazza del Popolo n.30, fino al 18 novembre prossimo, una mostra su “Il fazzoletto”. Si tratta di un’esposizione di fazzoletti, alcuni di rara fattura e decorati con ricami pregiati, appartenenti alla collezione della ravennate Gigliola Mingozzi.

La storia del fazzoletto inizia con l’impero persiano già nel VI secolo a.C.. Ne conoscevano l’uso anche i Romani e i Bizantini ma era un accessorio riservato alla vita di corte, come ci mostra il mosaico di San Vitale, dove l’imperatrice Teodora e il suo seguito lo portano piegato sul braccio.

Nel 1300 lo troviamo citato negli elenchi dei corredi nuziali. Ma è nel 1700 che arriva ad avere il suo massimo splendore, arricchito da pizzi ad ago veneziani e francesi, che tendevano ad imitare i complessi decori degli abiti riprodotti nei dipinti fiamminghi e rinascimentali. Nel 1800, con l’invenzione dei telai meccanici, diventa di uso corrente anche fra la gente comune.

Nel dopoguerra e all’inizio degli anni ’50 il fazzoletto riappare in uso, molto colorato, orlato e ricamato a macchina, con piccoli motivi floreali messi in un angolo. Qualche anno dopo anche i grandi nomi della moda, come Dior e Balmain, crearono motivi decorativi stilizzati e molto colorati, mentre Emilio Pucci realizzò decori con i colori del palio di Siena.