Coronavirus. Pubblica assistenza di Ravenna invoca fondi e dispositivi di protezione

L’intero sistema sanitario italiano lotta in prima linea per fronteggiare la pandemia causata dal Covid-19. Una situazione di fortissima emergenza inedita per l’intero pianeta. Negli ospedali il personale è sottoposto ad una pressione incredibile e sta affrontando con grandissima responsabilità tutte le delicatissime operazioni.

Non solo gli ospedali hanno bisogno di aiuto e sostegno in questo periodo: a soffrire molto anche il comparto che gira attorno ai nosocomi, impegnato 24 ore su 24 facendo affidamento all’enorme disponibilità dei volontari.

E così, anche la Pubblica Assistenza Città di Ravenna ODV lancia la sua richiesta di aiuto e appoggio, quanto mai necessario in giorni così difficili: “Dal 23 febbraio – racconta la presidente Angela Gulminelli – la nostra Unità di Crisi sta lavorando senza sosta per affrontare, e se possibile prevenire, i possibili problemi di gestione del nostro servizio. ‘Insieme ce la possiamo fare’ è la frase che uso nelle comunicazioni rivolte agli operatori volontari e dipendenti dell’Associazione. Ne sono convinta. Non ci siamo persi d’animo anche se sprovvisti di sostegno e di notizie. Non ricordo una situazione simile e non eravamo pronti ad affrontarla, ma se ne dovrà parlare, ciascuno per la propria parte, per evitare che succeda nuovamente che ognuno decida per sé. Le Associazioni in questo senso credo avranno molto da dire”.

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Necessario risolvere l’emergenza attuale prima di pianificazioni future onde evitare il ripetersi di una situazione così complessa ed estremamente probante: “Per primissima cosa – racconta ancora la presidente della Pubblica Assistenza Città di Ravenna – abbiamo pensato a proteggere gli equipaggi e quindi il primo passo è stato quello di aumentare le scorte di DPI, i Dispositivi di Protezione Individuale. Ed ecco la prima difficoltà: le mascherine, oltre che aumentate di costo, sono introvabili. Inoltre, ordini pagati anticipatamente sono sequestrati o fermi alle frontiere. Per noi è un grandissimo problema dato che tutti i nostri operatori devono adottare per ogni tipo di servizio un equipaggiamento di protezione atto a tutelare la loro salute e quella delle persone trasportate”.

Coronavirus_mascherine

E, inevitabilmente, le difficoltà diventano anche economiche: “Gli approvvigionamenti eccezionali, quelli che solitamente sono sufficienti per molti mesi, oggi si esauriscono nell’arco di un giorno e non abbiamo più fondi per acquistarne altri.  Negli ultimi giorni – dice ancora Angela Gulminelli – sono state attivate due raccolte fondi da Porto Robur Costa Volley e CSI Centro Sportivo Italiano. Inoltre il Rotaract Club Ravenna ha disposto in nostro favore un contributo di 1.300 Euro. Tutte iniziative che ci saranno di grande aiuto e per le quali ringraziamo sentitamente, ma stimiamo in circa 10.000 Euro mensili il costo per i soli DPI e il materiale di sanificazione e sanitizzazione dei mezzi, senza considerare l’impiego di personale e il maggior utilizzo dei mezzi. Insomma, abbiamo ancora bisogno, e tanto”.

Angela Gulminelli

Angela Gulminelli

Non manca un appunto anche a come si è gestita inizialmente l’emergenza delle forniture e a come provvedere oggi: “Stato e Protezione Civile non sono riusciti a mettere in campo strategie d’urgenza – dice ancora la presidente della PA di Ravenna – per sopperire alla mancanza di DPI. Non dico si dovesse costruire un ospedale in dieci giorni ma riconvertire produzioni forse di poteva fare. Ma si deve andare avanti, il servizio non si può fermare quindi ore ed ore sui social a cercare DPI, ore e ore ad emanare protocolli di servizio tesi a comunicare modalità di servizio diverse, tese a proteggere equipaggi e pazienti. Ore e ore a monitorare la situazione sperando di avere buone notizie”.

La Pubblica Assistenza comunica che continuerà a garantire i servizi ordinari, diminuiti per effetto della chiusura di molti servizi e ambulatori, oltre ad essere di supporto all’Ausl nell’attività di trasferimento dei pazienti da una struttura all’altra per liberare interi settori degli ospedali destinati a diventare reparti Covid-19. Inoltre, sono stati anche approntati un pulmino e un’ambulanza per il trasporto di intere famiglie con pazienti sospetti o conclamati.

“Abbiamo inoltre predisposto nella nostra sede – evidenzia ancora Angela Gulminelli – un’area di decontaminazione e sanificazione per i mezzi, nonché di svestizione per gli operatori impegnati in trasporti di pazienti positivi. Non siamo degli eroi siamo semplicemente persone che hanno deciso di mettersi a disposizione degli altri sempre e a maggior ragione in questi momenti. Abbiamo paura? Sì abbiamo paura, per noi e per i nostri familiari, ma il senso di responsabilità ci fa alzare tutte le mattine per prendere servizio in centrale, in ufficio per le attività indispensabili a garantire il servizio, sulle auto che trasportano dializzati o sulle ambulanze. Grazie quindi a tutti i volontari e dipendenti per quello che fanno, consapevoli che si tratta del solito lavoro con la differenza che, oggi, c’è un margine di pericolosità elevato alla massima potenza”.

Infine, l’ultimo, importantissimo appello: La Pubblica Assistenza di Ravenna sta esaurendo tutte le scorte di DPI, Dispositivi di Protezione Individuale, e per questo motivo si chiede a cittadini, studi professionali e aziende di mettere a disposizione, se possibile, questo materiale.

Per contatti: Pubblica Assistenza Città di Ravenna ODV, Via Meucci n. 25 Ravenna, Tel. 0544.400777. Preghiamo tutti di condividere questo appello sui social e su ogni piattaforma di comunicazione, pubblica e privata.

Si ricorda inoltre che è possibile sostenere la Pubblica Assistenza Città di Ravenna con un versamento sull’IBAN  IT14A0627013181CC0810004858 o attraverso una delle diverse modalità indicate sul sito dell’organizzazione a questo link:
http://www.pubblicaassistenza.ra.it/donazioni-covid-19/.