Coronavirus. Associazione culturale “il Quadrifoglio” avverte: “Comunicazioni prevedano sempre traduzioni in lingua Lis”

L’associazione culturale il Quadrifoglio, formata in buona parte da persone sorde e alcune udenti ha come obiettivo quello di organizzare incontri culturali, convegni e attività sportive al fine di favorire l’inclusione delle persone sorde e quelle udenti nella società. La presidentessa dell’associazione, Carla Ciotti, richiede al sindaco di Ravenna che le comunicazioni video e audio siano sempre seguite da una traduzione in lingua Lis (più comunemente conosciuta come lingua dei segni), in modo che le persone affette da sordità possano aggiornarsi facendo così fronte alla pandemia Coronavirus nel migliore dei modi.

Forse non tutti sanno che la comunità sorda conta ad oggi circa 70 persone a Ravenna, per un totale di circa 150 persone nella provincia di Ravenna, alla quale si aggiungono circa 60 persone con impianto cocleare. Oggi più che mai, in questo momento per tutti di emergenza causa pandemia Coronavirus, le barriere della comunicazione, al contrario a volte di quelle architettoniche, sono ostacoli invisibili e sempre presenti nel nostro ambito sociale.

L’associazione Culturale il Quadrifoglio tiene a ricordare che, la sordità, è un deficit non visibile, riconoscibile solo nel momento in cui si entra in relazione con gli altri: l’assenza o la parziale acquisizione di una modalità comunicativa condivisa può portare a equivoci e fraintendimenti. Diventa dunque fondamentale che tutte le informazioni vengano ben condivise con tutti gli accorgimenti necessari, in questo caso attraverso la LIS (lingua italiana dei segni) attraverso il supporto di interpreti di questa lingua.

Carla Ciotti approfondisce il significato del deficit sensoriale, invitando il sindaco di Ravenna a sensibilizzare la cittadinanza in merito: “Teniamo ben presente che il deficit sensoriale non corrisponde a ritardo cognitivo, cioè alle persone sorde non manca la capacità di acquisire informazioni. Si rende tuttavia necessario trovare il modo di farlo attraverso canali visivi e non acustico-vocali, con l’obiettivo di non far perdere tutto il mondo di informazioni del quotidiano.

Altra cosa, non di secondaria importanza, è la sensibilizzazione, ora quasi inesistente, al personale operante all’interno della pubblica assistenza e sicurezza (quali personale sanitario, pubblico ufficiale e addetti comunali) nei confronti della comunità sorda con inevitabili problemi di comunicazioni in mancanza di interpreti i tali strutture.

Non è la prima volta che persone sorde, che si recano presso il Pronto soccorso, rimangano lì per un’intera giornata (quando va bene) siano completamente isolate dalla comunicazione, perché giustamente al fine sanitario, gli operatori devono parlare con la mascherina, ma le persone sorde capiscono per la maggior parte anche dal labiale. Ragione in più per avere sempre a disposizione una persona capace di tradurre in lingua LIS (dove la stessa può segnare in tutta sicurezza anche con la mascherina)

Questi sono solo una parte dei problemi della comunità sorda, in quanto chi non si trova a dovere convivere con persone che abbiano questa disabilità, ribadisco invisibile, non possono capire la notevole difficoltà nel vivere la quotidianità”.