Coldiretti Ravenna. Vena Gesso, storico patto Parco-Agricoltura per valorizzazione area protetta

Contribuire alla tutela del Parco, valorizzandone gli aspetti speleologici, ambientali e agricoli di interesse didattico e, al contempo, assicurare una corretta fruizione dell’area protetta tale da garantire una coesistenza vantaggiosa per le attività agricole e per il Parco stesso. Questi alcuni degli obiettivi che si pone il nuovo Regolamento per la fruizione del Parco della Vena del Gesso Romagnola, ri-approvato dall’Ente di gestione della Vena del Gesso dopo l’aggiornamento che ha pienamente accolto le osservazioni presentate da Coldiretti Ravenna.

Partendo dalla consapevolezza che gran parte del territorio del Parco si estende su terreni di proprietà privata e che in molti di essi viene condotta regolarmente l’attività agricola, l’Organizzazione degli agricoltori aveva presentato al Comitato di gestione dell’area tutelata alcune puntuali osservazioni chiedendone l’inserimento all’interno del Regolamento, già adottato dall’Ente in via provvisoria.

Le richieste di Coldiretti partivano da un presupposto sul quale, peraltro, si fonda il regolamento stesso, ossia la necessità di tutelare l’ambiente naturale, l’incolumità degli escursionisti e, in particolare, l’attività agricola e le proprietà private attraversate dai percorsi.

Nel documento, come richiesto dall’Associazione, viene ribadito che la frequentazione del Parco è di norma consentita esclusivamente lungo i sentieri segnalati e che le attività didattiche (visite guidate, gite, ecc.) sono soggette a comunicazione preventiva (da effettuarsi almeno con due settimane di anticipo indicando il programma dettagliato dell’attività). Ma è proprio sulle opportunità di divulgazione didattica che si consolida il ‘patto’ storico tra Parco e agricoltori. “Al fine di sviluppare e promuovere le attività volte alla fruizione consapevole dell’Area protetta”, il regolamento, infatti, incentiva le attività delle fattorie didattiche e degli agriturismi presenti nel territorio del Parco, riconosciuti quali strumenti utili e strettamente connessi alla divulgazione della zona della Vena del Gesso e delle sue peculiarità”.

Il regolamento norma anche l’accensione di fuochi all’aperto, vietati se non negli spazi appositamente attrezzati, fatti salvi motivi di protezione fitosanitaria (comunque soggetti a valutazione di incidenza); prevista, inoltre, per i proprietari ed i conduttori di fondi agricoli interessati ed attraversati da sentieri facenti parte degli anelli escursionistici, la facoltà di richiederne la modifica in qualsiasi momento, qualora il transito degli escursionisti pregiudichi o limiti le attività agricole di coltivazione e di allevamento.

In tutti i tratti che attraversano le proprietà private e, in particolare, i terreni agricoli, il documento stabilisce l’obbligo di “mantenere un comportamento rispettoso della proprietà privata” e di “prestare particolare attenzione alle eventuali macchine agricole in movimento e agli addetti alle pratiche colturali, limitando la velocità ad un massimo di 15 Km/h”.

Per quanto riguarda, infine, le competizioni sportive, si stabilisce che esse “non possona di norma essere svolte in campi coltivati, frutteti e vigneti e, comunque, dove il proprietario apponga specifici cartelli di divieto di accesso, a meno di specifici accordi con i proprietari stessi. Qualora i percorsi delle competizioni interessino aree private, i proprietari o i conduttori delle medesime devo essere preventivamente informati degli eventi e dovranno concedere il loro nulla osta compatibilmente con le condizioni dei luoghi, delle coltivazioni e degli allevamenti in atto. In ragione delle condizioni meteo registrate nei giorni precedenti l’evento, e sentiti i proprietari dei fondi attraversati, è facoltà dell’Ente di gestione sospendere la manifestazione per ragioni di sicurezza e di tenuta del fondo dei sentieri”.

Esprime soddisfazione il Presidente di Coldiretti Ravenna, Nicola Dalmonte, per un regolamento che dà garanzie di tutela dell’area Parco e, al contempo, delle attività agricola, valorizzandole entrambe”, un risultato – afferma – che “è il frutto di un percorso di concertazione sereno e costruttivo, che ha avuto nell’Ente di gestione del Parco un attore fondamentale perché in grado di ascoltare le esigenze e priorità di tutti, senza alcun preconcetto di sorta”.