Ravenna. Da marzo circa 800 spese consegnate dai Volontari Protezione civile Mistral. Ieri l’ultima “sportina”

6000 ore di servizio nei primi tre mesi dell’emergenza, 5 mesi di “consegne spesa” ad anziani, positivi covid o persone in difficoltà, circa 800 “sportine” distribuite, e 220 mila mascherine imbustate e smistate. Sono questi alcuni numeri che “riassumono” l’impegno dei volontari dell’Associazione di protezione civile R.C. Mistral sul territorio del comune di Ravenna, a partire dal 18 marzo ad oggi.
Ieri infatti, martedì 1 settembre, i volontari della Mistral hanno consegnato l’ultima “spesa”
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“Sono stati mesi complicati e difficili – dichiara il Segretario Generale della R.C. Mistral, Flavia Sansoni – e i nostri volontari (oltre 70 operativi in questi mesi n.d.r.) sono stati impegnati in attività molto diverse che, in parte, ancora continuano. Ieri abbiamo concluso la consegna della spesa, servizio reso possibile anche grazie alla disponibilità di Coop Alleanza, e dell’ipermercato dell’Esp, dove quasi tutti i giorni ci siamo recati per acquistare quanto segnalatoci, via telefono, dalle persone che ci contattavano chiedendo un aiuto”.

“A distanza di mesi è ancora nitido il ricordo delle giornate di marzo quando consegnavamo fino a 30 spese, in un unico pomeriggio, su tutto il territorio comunale – racconta la Sansoni -. Sono passati mesi, è arrivato il picco della pandemia, poi il lento ritorno alla “quasi” normalità. La conclusione di questo progetto è per noi un segnale, una porta che si chiude, anche se sappiamo bene che il nostro impegno nell’emergenza covid non è ancora terminato”.

Il progetto era partito a marzo, e nel corso dei mesi si è in parte modificato. Inizialmente era rivolto a circa 30mila anziani residenti nel comune di Ravenna, contattati telefonicamente da una 50ina di operatori di Ausl, Auser, Protezione civile, associazione Alzheimer, dipendenti comunali e giovani in servizio civile che verificavano le loro condizioni di salute, se serviva un aiuto, se necessitano di farmaci o beni di prima necessità. Poi è proseguito, in una forma diversa, con il “Dona la Spesa” della Coop. La Mistral gestiva le telefonate, due volte a settimana. I volontari ricevevano le richieste e facevano gli acquisti alla coop dell’Esp dove era attivo il progetto “Dona la spesa” e dove tantissimi soci e clienti hanno scelto di donare il valore “di un piatto di pasta” o “di un pasto completo”, equivalente a 1 o 5 euro, direttamente alla cassa, contribuendo a garantire una spesa per le famiglie in difficoltà, a quarantenati o persone con difficoltà motoria, o anziani.

Altra impresa titanica, in cui sono stati coinvolti i volontari della protezione civile, è stata quella delle mascherine anti-covid, con ritiro e impacchettamento presso il Centro operativo di Via Romea Nord: l’8 aprile la consegna delle prime 60 mila, e dopo qualche settimana la seconda con 160 mila mascherine, poi suddivise manualmente dai volontari in pacchettini da 5.

Mistral - covid19

“Per ogni attività c’erano rigidi protocolli da seguire con la massima attenzione. Basti pensare che dopo ogni servizio dovevamo igienizzarci da capo a piedi, lavare la divisa, disinfettare le scarpe”.

“La conclusione del progetto di consegna della spesa è per noi un segnale, una porta che si chiude, anche se sappiamo bene che il nostro lavoro non è ancora terminato – prosegue la Sansoni -. In questo periodo siamo impegnati in altri servizi: monitoraggio nelle spiagge libere (terminato il 30 agosto), nei mercati o nei pressi delle cliniche mobili, per ricordare il rispetto delle misure anticovid”.

““Toccando ferro”, nel corso della pandemia, nessuno di noi si è ammalato di Covid19, anche se, inspiegabilmente, la Regione Emilia Romagna non ha previsto uno screening per i volontari della protezione civile. Ora, come Mistral, stiamo valutando di pagare di tasca nostra il test sierologico per i nostri volontari, così da garantire la massima tutela sia per gli operatori che per i cittadini” spiega il Segretario Generale Mistral.

Di questa lunga esperienza legata ai mesi del Coronavirus, la Sansoni sottolinea l’aspetto emotivo. “Soprattutto nei primi tempi, ricordo le lunghe telefonate con i cittadini che chiamavano al nostro numero. Spesso avevano bisogno di parlare, di essere rassicurati, di non sentirsi soli. Ti rendevi conto che prolungavano la conversazione, cercando vicinanza. Spesso siamo riusciti a dare loro conforto, altre volte erano semplicemente persone arrabbiate”.

Tracciando un bilancio al 1 di settembre: “È stata un’esperienza faticosa ed impegnativa sia fisicamente che psicologicamente. Non essendoci un piano di protezione civile per le pandemie, anche noi inizialmente non avevamo delle linee guida certe. Per fortuna, a livello locale, vi è stato un continuo e proficuo lavorare in rete tra Uffici del Comune, Assessorato dei Servizi sociali e Protezione civile. Posso dire, con la massima franchezza, che, per quanto riguarda il nostro territorio, nessuno si è risparmiato”.

“E infine, guardando al prossimo futuro, ancora non sappiamo se saremo coinvolti nelle iniziative per l’avvio delle scuole. Al momento parecchi istituti ci hanno chiesto di prendere parte ad alcuni incontri con gli alunni per spiegare cos’è la protezione civile e che cosa fa. Sarà l’occasione per ricordare quali sono le regole per la tutela della salute di tutti e quindi ricorderemo come indossare correttamente le mascherine, cosa che ad oggi, in molti ancora non hanno capito” conclude la Sansoni.

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