“Pizza? Gusto carità”: con la Caritas Ravenna-Cervia la solidarietà arriva a domicilio

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Un’edizione del tutto particolare della cena della carità, la tradizionale iniziativa di Avvento curata dalla Pastorale Giovanile e Vocazionale e dalla Caritas diocesana Ravenna-Cervia, è in programma domani venerdì 18 dicembre. Per le note norme anti-contagio quest’anno non sarà possibile fare la tradizionale cena con i poveri a Santa Teresa. Perciò PVG e Caritas hanno pensato a una forma nuova con l’obiettivo di sempre: essere accanto a chi è in difficoltà e portar loro l’annuncio del Natale.

Si chiamerà “Pizza? Gusto carità” e vedrà coinvolti i giovani delle parrocchie e di associazioni e movimenti in tutto il territorio diocesano, da Portomaggiore a Cervia, passando per Argenta e ovviamente Ravenna (l’iniziativa si svolge in collaborazione con i quattro Comuni e il Consorzio dei pizzaioli ravennati).

L’appuntamento per Ravenna sarà alle 18.45 al in piazza Zaccagnini a fianco della chiesa di San Paolo che farà da base operativa per una grande distribuzione a domicilio di pizze preparate da varie pizzerie aderenti al Consorzio dei pizzaioli ravennati. I ragazzi formeranno squadre che andranno a prendere le pizze e le porteranno a 300 persone in difficoltà individuate dalla Caritas assieme a una bibita, un panettone, alcuni dolci e un biglietto di auguri firmato dall’arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons Lorenzo Ghizzoni.

“Sappiamo che questo virus tocca anche i rapporti personali – osserva il direttore della Caritas diocesana don Alain Gonzalez Valdès – e questa serata ha l’obiettivo di creare condivisione con le persone aiutate dalla Caritas, nel rispetto delle norme e con l’obiettivo di coinvolgere la città e, anche, creare opportunità di lavoro in questo momento di crisi economica”.

“L’obiettivo è anche offrire ai giovani un’occasione di servizio in preparazione al Natale – aggiunge don Matteo Papetti, direttore della Pastorale Giovanile e Vocazionale –. Accettare quindi la sfida di questo tempo che amplifica i bisogni ma vincola nelle modalità d’aiuto. L’idea è anche dare ai ragazzi l’occasione di uscire per mettersi a servizio e andare fino alla porta di casa di chi è nel bisogno”.

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