Regione E-R, fondazione vittime di reati: la quasi totalità dei casi riguarda donne e minori

Le violenze, quasi tutte all’interno di nuclei familiari o dove ci sono relazioni affettive, sono caratterizzate dal genere: le vittime sono donne e bambini. È il dato emerso dal bilancio della “Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reato”, unica in Italia e riconosciuta come “caso virtuoso”. La presentazione  è avvenuta in commissione Parità, presieduta da Federico Amico.

A tracciare il bilancio 2019-2020 sono stati il presidente della Fondazione, Carlo Lucarelli, e la direttrice, Elena Zaccherini. Lucarelli ha detto di “essere stato travolto fina dal primo giorno del mandato da una carica emotiva perché sono venuto a conoscenza di tante brutte storie, dell’orrore. Accanto a questo c’è, però, anche la sorpresa di stanziare soldi per migliorare la vita di chi subisce violenza. E’ vero, mancano tante cose, ma ci sono anche tante eccellenze”. La Fondazione aiuta le vittime anche nelle piccole incombenze quotidiane, “un aiuto concreto e tempestivo a chi si trova nei guai”. Della Fondazione e del ruolo dei sindaci, che segnalano i casi gravi, “bisogna parlare di più e farla conoscere”.

La Fondazione nasce nel 2004, ha ricordato la direttrice, grazie a Regione, Province e Comuni capoluogo. Le amministrazioni contribuiscono con una quota annua (fra i 19 soci fondatori e i 38 sostenitori, Comuni e Unioni di Comuni): “Sarebbe importante che anche chi è impegnato nel privato-sociale potesse contribuire”. L’impegno e il sostegno sono rivolti alle vittime di omicidio e tentato omicidio, stalking, violenze familiari, violenze sessuali, rapine e aggressioni, danni gravissimi. La Fondazione contribuisce a terapie psicologiche e psichiatriche, all’acquisto di beni e servizi, al pagamento dell’affitto, ma anche al conseguimento della patente per le donne che desiderano rendersi indipendenti.

La relazione riguarda il biennio 2019-20 (in cui c’era la precedente gestione) e oltre l’80% dei reati riguardava violenze di genere, con vittime donne e bambini. “Il 2022 -ha spiegato Zaccherini- conferma questo trend e il 100% delle richieste è per reati di genere”. Un dato che si ritrova anche nel  bilancio dalla nascita della Fondazione: dal 2005 al 2021 sono state accolte mille istanze e 800 di queste erano relative a donne e minori”.

Nel 2019 sono state accolti 42 casi, scesi a 21 nel 2020 anche “se nei primi tre mesi del 2022 siamo già a 12, un trend in aumento” ha scandito Zaccherini. Se nel 2019 le violenze intra-familiari su donne erano il 57%, l’anno dopo sono salite al 67%. Basso il numero di quelle extrafamiliari: il 6% nel 2019 e l’11% nel 2020. Sempre a causa della crisi pandemica, nel 2019 la Fondazione ha aiutato 89 persone, scese a 38 l’anno seguente. Contenuto il numero degli interventi a favore di chi ha subito rapine e aggressioni. Fra le province che registrano più richieste, la prima è Bologna. “La Fondazione -ha sottolineato Zaccherini- non fa dipendere gli atti dai contributi ricevuti, noi aiutiamo tutti. E lo facciamo prima dei tempi previsti dal fondo nazionale orfani di femminicidio, che arriva fino a 60mila euro, ma solo dopo la sentenza definitiva. Noi agiamo prima, con fondi fino a 12.500 euro. E il Fondo nazionale ci ha riconosciuto come caso virtuoso”. Nel biennio 2019-2020, il centro ha istruito casi, ha sviluppato la rete sul territorio, si è relazionato con i servizi sui territori e con i Comuni, ha svolto promozione e sensibilizzazione, partecipato a congressi”.

La consigliera Valentina Stragliati (Lega) ha definito “lodevole” la mission della Fondazione e la relazione “da me chiesta più volte. Ritengo che dovrebbe essere più conosciuta. Positivo poi il tentativo di coinvolgere anche il privato-sociale. Andrebbero maggiormente coinvolti i sindaci e i servizi sociali, perché, nonostante la mole di lavoro, forse si perdono casi che potrebbero essere aiutati. Fondamentale, inoltre, il supporto psicologico, che viene offerto in età precoce”.

Secondo Roberta Mori (Partito democratico) “la Fondazione è una scelta politica, un unicum in Italia, perché l’obiettivo delle politiche di welfare dell’Emilia-Romagna tende a coinvolgere, a fare bene e insieme. Questo ci rende accoglienti e umani. Grazie per la presa in carico e il contributo all’Osservatorio regionale contro la violenza alle donne (dove la Fondazione è inserita). Le istituzioni non demordano rispetto a protezione e sostegno. I riscontri che ho sulla Fondazione sono positivi. Capisco il suggerimento della consigliera Stragliati su chi può segnalare nuovi casi, ma la Fondazione ha un finanziamento pubblico e dà risorse prima della sentenza. E questo, senza la legittimazione di una sentenza, può attirare l’attenzione della Corte dei conti”.