In Emilia-Romagna oltre 19mila i profughi arrivati in fuga dalla guerra: sono circa il 25% di quelli presenti in Italia

Le modalità di accoglienza dei profughi, i numeri degli arrivi, l’assistenza sanitaria, l’inserimento scolastico per i più giovani. E una analisi complessiva della situazione in Emilia-Romagna. Sono i temi al centro della riunione del Comitato istituzionale regionale per l’Emergenza Ucraina, oggi in Prefettura a Bologna.

Convocato dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, vede la presenza della ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, del capo Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, della capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, Francesca Ferrandino, e – in videocollegamento – del coordinatore delle Prefetture dell’Emilia-Romagna e prefetto di Bologna, Attilio Visconti.

Con loro la vicepresidente della Regione, Elly Schlein, il sottosegretario alla presidenza della Regione, Davide Baruffi, l’assessora regionale alla Protezione civile, Irene Priolo, l’assessore regionale alle Politiche per la Salute (da remoto) Raffaele Donini, i prefetti dell’Emilia-Romagna, i presidenti delle Province, i sindaci dei Comuni capoluogo, i rappresentanti di Anci e Upi Emilia-Romagna, del Comitato regionale del volontariato e del Forum Terzo settore.

L’Emilia-Romagna è tra le regioni che più ha aperto le porte a chi fugge dall’orrore della guerra in Ucraina: qui, infatti, è attualmente ospitato il 24,8% dei circa 77mila profughi arrivati finora in Italia.

L’intero sistema territoriale regionale si è attivato per accogliere i profughi ucraini, con la Cabina di regia riunita per la prima volta il 4 marzo scorso.

Da subito venne ribadito l’impegno condiviso a individuare il maggior numero di spazi destinati all’accoglienza, in stretto raccordo con le Prefetture per monitorare l’arrivo dei profughi, prestando anche la massima attenzione alle misure di sanitarie, offrendo la possibilità di vaccinarsi o di completare il ciclo vaccinale, Covid compreso.

Comitato istituzionale regionale per l’Emergenza Ucraina, le dichiarazioni

“L’Emilia-Romagna accoglie un quarto del totale dei profughi arrivati in Italia, e un quarto di quelli ospitati nei Cas. Non ci siamo mai fermati a chiederci quanti ne dovessimo accogliere, perché sentiamo il dovere di aprire le porte a chiunque fugga da quella ingiustificata e ingiustificabile guerra, e cerchiamo di farlo nel migliore dei modi”. Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dopo il Comitato istituzionale regionale per l’Emergenza Ucraina che si è riunito oggi in Prefettura a Bologna, nel corso dell’incontro con la stampa.

“Ringrazio la Regione Emilia-Romagna per questo tavolo di incontro proficuo su temi così importanti, sui quali siamo tutti impegnati- ha detto la ministra Lamorgese-. Con il presidente Bonaccini il confronto è permanente, con la consapevolezza condivisa che il sistema di accoglienza vada regolato e governato in modo ordinato per evitare criticità. In Emilia-Romagna sono ospitati circa un quarto dei profughi del Paese, a riprova di come questa sia una regione da sempre abituata a operare su questi fronti. Merito del grande lavoro di squadra messo in campo, il vero valore aggiunto che dobbiamo alimentare sempre di più”.

Una collaborazione col Governo che si estende anche a uno degli usi possibili dei fondi raccolti con le donazioni per l’accoglienza profughi al conto corrente regionale (già oltre 2 milioni di euro: https://www.regione.emilia-romagna.it/ucraina): ricostruire in Ucraina uno spazio legato al mondo della cultura e del sociale, a guerra finita: “Ieri a Roma ho incontrato il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, e abbiamo offerto la disponibilità della Regione Emilia-Romagna a un atto concreto che abbia anche un alto valore simbolico”, ha spiegato Bonaccini.

“Ringrazio la ministra Lamorgese, il capo Dipartimento della Protezione civile, Curcio, e la prefetto Ferrandino per la disponibilità a venire qui, a Bologna, a partecipare in presenza a questo coordinamento regionale con sindaci, presidenti di Provincia e prefetti. Credo sia un riconoscimento importante- ha poi sottolineato il presidente della Regione – per quanto sta facendo questa regione. Alcune cose che avevamo chiesto al Governo, le abbiamo già ottenute- ha proseguito-, come il contributo di sostentamento e autonoma sistemazione per i profughi, che in gran numero sono stati accolti da amici, parenti o da famiglie emiliano-romagnole. Altra cosa, abbiamo ottenuto che venisse alzata la soglia minima di contributo per l’accoglienza nei Cas e che ci possano essere contributi per i Comuni, per l’impegno che stanno mettendo in campo, e una fattiva collaborazione tra questi e il Terzo settore”. Per quanto riguarda il tema del lavoro, si sta lavorando per snellire l’erogazione del permesso di soggiorno, “perché qui abbiamo imprese, d’intesa con i sindacati e nel pieno rispetto delle leggi e dei contratti, pronte a fare la loro parte anche sul fronte dell’occupazione. Senza che vi sia alcuna zona d’ombra, perché la legalità deve essere garantita ad ogni livello e non c’è posto per opacità nel sistema di accoglienza”.
Bonaccini ha ricordato inoltre l’impegno della Protezione civile, attiva su tutto il territorio regionale: “Una risorsa fondamentale, donne e uomini determinanti, a partire dai volontari”.