RUGBY / Romagna imbattibile nel girone d’andata. Mister Luci: “Forti valori alla base dei successi”

Il tecnico della squadra romagnola è convinto che i suoi giovanissimi ragazzi abbiano margini di miglioramento notevoli, perfettamente calati in una realtà che valorizza gli esordienti.

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Nato nel 2006, il Romagna Rugby, impegnato attualmente nel girone 2 di serie B, è in vetta alla classifica con due lunghezze di vantaggio sul Florentia, grazie ad un graduale processo di crescita della formazione guidata da mister Simone Luci, ex giocatore dei galletti e tra gli atleti con maggior presenze in seno al club romagnolo, visto in precedenza anche nell’Accademia Rugby Roma. Il pareggio rimediato con gli avversari del Florentia domenica 20 gennaio 2019 (12-12 il risultato) conferma l’imbattibilità dei nostri che chiudono il girone d’andata con 49 punti senza sconfitte, con due lunghezze di margine sui diretti inseguitori toscani.

Il legame con il territorio è il pilastro su cui si fonda il progetto del Romagna RFC, dal 2014-2015 comprendente una rosa interamente formata da giocatori provenienti dalle società aderenti alla Franchigia. Nel 2016-2017 il progetto si è arricchito di una formazione Under 18, partecipante al campionato Elite. La squadra dei galletti è salita sempre più agli onori della cronaca a partire dal secondo semestre del 2018, vedendo esordire ben 14 ragazzi nella stagione appena trascorsa. Ne abbiamo parlato con mister Luci (nella foto) nel corso di una piacevole chiacchierata.

L’INTERVISTA.

La crescita del Romagna Rugby è stata impressionante. Come siete riusciti in questa progressione?

“Romagna Rugby è prima di tutto un progetto, una franchigia rugbystica unica e molto importante a livello nazionale. L’obiettivo è quello di raccogliere tutti i talenti in un unico club e considera che, il rugby, per quanto diffuso in Romagna, non vanta una capillarità importante. Il lavoro effettuato a partire dalle squadre giovanili ci ha permesso di sviluppare un’elite in grado di competere a livelli più alti nella prima squadra, con giocatori molto preparati tecnicamente. La rosa della squadra è composta da una quarantina di persone la cui età media è di 23 anni. Romagna Rugby è un progetto molto giovane e vedo tanti margini di miglioramento”.

L’evoluzione nel gioco che auspicavi si è concretizzata negli ultimi mesi?

“Sì, ho iniziato ad allenare i ragazzi dal settembre 2017 e ho cercato di trasmettere loro il mio vissuto e la mia idea di gioco, sebbene ai miei tempi si giocasse diversamente. Quest’anno vantiamo il doppio dei punti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e penso che, nella seconda metà del 2018, abbiamo iniziato l’evoluzione di cui parlavi”.

A disposizione hai un nucleo di ragazzi giovani e molto motivati. Quali caratteristiche ti hanno impressionato maggiormente?

“I ragazzi sono molto giovani e la nostra carte vincente è che provengono tutti dalla Romagna. Alcuni dei nostri giocatori si sono trasferiti nella nostra zona, ma hanno assorbito molto dall’ambiente. L’importanza delle radici è fondamentale, lo stare bene insieme dentro e fuori dal campo conta molto per la chimica della squadra. Il rugby è uno sport dove il sostegno, il sacrificio e l’unione sono valori fondamentali e i nostri ragazzi ne sono portavoce”.

Per quanto riguarda il campionato corrente, quali partite vi hanno dato maggiori soddisfazioni?

“In generale, partite che lo scorso anno avremmo perso, quest’anno siamo riusciti a vincerle grazie allo switch mentale che abbiamo operato negli ultimi mesi. Se penso alla partita contro Jesi, è stato un campo difficile, anche la sfida contro Amatori Parma ci ha regalato grandi soddisfazioni. Abbiamo vinto sul loro campo segnando 36 punti, battendo una formazione assemblata per realizzare il salto di categoria”.

Vi aspettavate di ritrovarvi al comando della classifica dinanzi al Florentia?

“Siamo partiti con i favori della carta, ma tengo a sottolineare che i nostri principali avversari sono cresciuti acquistando talenti da fuori per fare il salto di categoria, mentre noi abbiamo fatto progredire ragazzi dalle nostre squadre giovanili, con ben quattordici esordi nel 2018, che è stato il nostro anno zero in tal senso”.

Anche il Civitavecchia sembra un avversario temibile…

“Assolutamente sì! Tutte le squadre sono pericolose, tanti campi saranno difficili da espugnare. Gli incontri diretti saranno importanti, ma non si deciderà tutto in quei frangenti . Chi sarà in grado di vincere sempre con il massimo del punteggio lungo l’arco del campionato ad un certo punto prenderà il largo. Il nostro obiettivo, comunque, è quello di migliorare ad ogni partita dando il massimo e vincendola. Ogni giorno come fosse il primo, ogni giorno come fosse l’ultimo”.

Lo sport del rugby sta conoscendo un maggior consenso, soprattutto presso i giovani. Perché, secondo te?

“Gioco a rugby da quando avevo 8 anni, assieme al calcio, ma nella vita ho visto un parallelismo soprattutto con il primo. Il rugby si basa sul principio di ‘avanzare sempre’ e quindi vedo una metafora con l’esistenza quotidiana. Sul campo ci sono avversari da superare, così come nella vita bisogna superare gli ostacoli. Quando si cade bisogna rialzarsi subito e comprendere su chi possiamo contare per rimetterci ad avanzare, proprio come nella vita. John Kirwan, leggenda degli All Blacks nonché ex allenatore della nazionale italiana, disse: “Il rugby avrà successo in Italia quando saranno le mamme a spingere i propri figli a giocarlo”. Sottoscrivo ampiamente. Sfortunatamente, viviamo in una cultura dove molte persone pensano che il rugby sia solamente uno sport violento e dove ci si picchia. E’ drammatico pensare quanto la realtà sia distante dai luoghi comuni”.

Alessandro Bucci

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