Ancisi (LpRa) presenta interrogazione al sindaco di Ravenna denunciando responsabilità pubbliche su crollo diga di San Bartolo

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Nel giorno della riapertura della strada Ravegnana, Alvaro Ancisi (LpRa) presenta un’interrogazione al sindaco di Ravenna denunciando responsabilità pubbliche sul crollo della diga di San Bartolo. Ancisi polemizza con “le dichiarazioni trionfanti del presidente e dell’assessore all’Ambiente della Regione e del sindaco/presidente della Provincia di Ravenna sugli oltre 3,5 milioni spesi bene” e soprattutto chiede che non cali “il silenzio sulle molte altre risposte che gli enti di parte pubblica responsabili di questa vicenda, per l’appunto il Comune, la Provincia e la Regione, in particolare attraverso ASTPC, agenzia per la Sicurezza Territoriale, e ARPAE, agenzia per l’Ambiente, devono dare alla cittadinanza.”

Gli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria hanno posto infatti sotto accusa – dice Ancisi – “non soltanto le otto persone dell’imprenditoria privata indagate per i possibili difetti della centrale idroelettrica costruita sul Ronco, che avrebbero procurato il crollo della diga. La voluminosa relazione tecnica prodotta dai consulenti della Procura solleva infatti responsabilità della parte pubblica, sia sull’approvazione del progetto definitivo dell’opera, causa “totale mancanza di studi su compatibilità idraulica”, sia sul rilascio della concessione idraulica e dell’autorizzazione unica, che avrebbero avuto necessità di “una supervisione delle opere”, sia sul visto finale al progetto esecutivo che “non avrebbe dovuto essere rilasciato” non essendo state “approfondite le problematiche di compatibilità idraulica e geotecnica”. Nel frattempo, a seguito del disastro avvenuto ed essendo venuti meno i parametri minimi di sicurezza della centrale idroelettrica, è stata disposta la decadenza della concessione e del nulla osta idraulico rilasciati alla ditta di Forlì che ne è titolare.”

“La stessa ditta aveva però già costruito un’altra centrale idroelettrica a Mensa Matellica, sul fiume Savio. – scrive Ancisi – Sottoposta di lì a poco ad un procedimento penale, ora giunto a conclusione, stavolta per lesioni colpose, tra pochi giorni scatterà su tale centrale, a seguito dei fatti di San Bartolo, un’analoga decadenza della concessione. Il 30 maggio 2016 fu Lista per Ravenna a lanciare pubblicamente il seguente allarme: “Fin dal mese di agosto 2015, quando la centrale di Mensa Matellica entrò in funzione, si avviò un processo di erosione delle sponde fluviali nel tratto di circa tre chilometri a monte del paese. Questo fenomeno ha via via assunto forme sempre più preoccupanti, fino a sfociare in un vera e propria calamità ambientale” (vedi le foto allegate). Diedi al mio comunicato, rintracciabile facilmente on line, questo titolo inascoltato: “Nuova centrale idroelettrica in Procura. Dissesto idrogeologico a Mensa Matellica. Attenzione ad altra centrale da costruire a San Bartolo”.

Ancisi ritiene che “su questi molteplici avvenimenti l’amministrazione pubblica aspetti i pronunciamenti definitivi della magistratura. Ma non con le mani in mano… Le procedure che hanno consentito di avviare, completare e dar corso a queste opere idrauliche vanno messe sotto la lente d’ingrandimento per individuarne pecche ed omissioni e procedere quindi ad una loro organica revisione. Dopo i casi di Mensa Matellica e San Bartolo non deve essercene un terzo. Michele De Pascale, sindaco e presidente della Provincia, ha i titoli per assumere un ruolo di iniziativa e di coordinamento perché sia costituita una commissione tecnica qualificata, rappresentativa degli enti e delle agenzie di parte pubblica competenti in materia, anche statali (ad esempio la Forestale), da incaricare allo scopo.”

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Commenti

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  1. Scritto da anna

    sarebbe una cosa opportuna anche controllare il ponte di ghibullo che non è certo in condizione buone!!anzi!!

  2. Scritto da bilancia

    Vorrei far notare al sig. Ancisi, che in una delle foto pubblicate, risultano evidenti anche le anomalie degli orti coltivati lungo gli argini del fiume.- Questi orti, secondo me, rendono gli argini piu deboli, a causa dei continui annaffiamenti, e rimozione del terreno.- senza contare poi, che le verdure coltivate, richiamano nutrie che creano danni enormi.- perche’ non vietare la coltivazione in queste zone ???

  3. Scritto da cromwell

    Alla buon’ora!

  4. Scritto da Alvaro Ancisi

    Bilancia, a quel che so si tratta di veri e propri terreni agricoli, che prima di fare una centrale idroelettrica non hanno prodotto problemi. Si sono aperte voragini. Danneggiata gravemente case. Cordialmente.