Le Rubriche di RavennaNotizie - L'opinione

L’associazione Il Paguro: “Reef artificiale da parti sommerse di piattaforme ENI dismesse”

Più informazioni su

L’Associazione Paguro di Ravenna, in continuità con la protezione e la valorizzazione della piattaforma Paguro e dell’habitat subacqueo, ed alla luce dell’esito del recente referendum sulle cosiddette “trivelle” ripropone all’attenzione delle Autorità competenti (Comune di Ravenna, Regione Emilia-Romagna) la necessità di una pubblica presa di posizione “politica” e successivamente “formale ed autorizzativa” affinchè sia riproposta e realizzata la stessa procedura utilizzata nel 2000 per la realizzazione di reef artificiale utilizzando le parti sommerse delle piattaforme da demolire. Lo fa sapere la stessa associazione in una nota stampa a firma del presidente Giovanni Fucci. Si tratta, ad oggi, di demolire circa 10 piattaforme off-shore di metano giacenti in mare per esaurimento del giacimento. 


Fucci ripercorre la storia del Paguro: “Nell’estate del 1996 è iniziata l’avventura della Associazione Paguro nella gestione e coordinamento delle immersioni subacquee sportive presso il relitto della piattaforma Paguro. Dal lontano 1996 ad oggi sono state realizzate sul relitto del Paguro oltre 63.000 immersioni grazie alle decine di volontari accompagnatori subacquei dell’Associazione che volontariamente e gratuitamente accompagnano i sub. Realizzate anche decine di concorsi foto-video subacquei, libri fotografici, libri scientifici, tre tesi di laurea, vari progetti di ripopolamento ittico di specie autoctone ed il primo ed unico progetto in Italia di costruzione di reef artificiale riutilizzando le parti sommerse di sei piattaforme ENI dismesse e demolite nel 1999/2000. Oggi l’intera area è riconosciuta come Sito di Interesse Comunitario (unico esempio in Italia)”.

Il progetto realizzato nel 2000 in apposita concessione demaniale a fianco del relitto del Paguro è oggetto di centinaia di escursioni subacquee ogni anno, e per tale progetto già oggi la Coop. Geomar (allevamento mitili a 10,5 miglia dalla costa di Ravenna) ha già ottenuto specifica autorizzazione regionale per la realizzazione del reef artificiale.

“In ultima analisi – sottolinea Fucci – anche la realizzazione di un pool di aziende ravennati (altamente qualificate e certificate) potrebbero offrire ad ENI un progetto “tutto incluso” per la demolizione delle strutture, con evidenti ricadute occupazionali e di valori. La stessa ENI nel riconfermare la scelta già realizzata nel 2000, darebbe un ulteriore contributo al nostro territorio in termini ambientali e di valorizzazione delle risorse”.

L’Associazione si augura che anche altri attori e soggetti (a partire dalle associazione ambientaliste) condividano l’obiettivo della creazione di reef artificiali in mare per fini di ripopolamento ittico, immersioni subacquee sportive, etc. 

 

Più informazioni su