Ancisi (LpRa) interroga il Sindaco sulla camera mortuaria dove “non respirano nemmeno i vivi”

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Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna fa un’interrogazione al Sindaco sullo stato della camera mortuaria di Ravenna dopo avere ricevuto segnalazioni e anche un video, da parte di utenti della camera mortuaria di Ravenna, sulla calura insostenibile delle camere ardenti, frequentate dai familiari dei defunti e dalle persone che si recano a rendere loro omaggio. La temperatura è intorno ai 30 gradi, racconta Ancisi, laddove la legge ne ammette un massimo di 18. Di conseguenza, per poter respirare, le porte vengono tenute aperte. 

Diverse persone sono costrette ad uscire nel cortile, mantenendosi a ridosso delle sale. “Ciò rende obbligatorio richiedere la refrigerazione delle salme, che, per singolo giorno di calendario o frazione di esso, costa 55 euro per ogni defunto. – scrive Ancisi nella sua nota – Il problema, postosi già lunedì 17 luglio, era stato addebitato ad un errore compiuto da personale dell’Enel, il quale, intervenendo sul quadro elettrico di una cabina per fornire elettricità ad un altro nuovo cliente, aveva invertito alcuni cavi che alimentano la camera mortuaria, producendo l’abbassamento dell’energia che ha causato il blocco dell’impianto di refrigerazione. Rimediando l’inversione dei cavi, è stato annunciato che la temperatura all’interno dei locali era stato riportata “a livelli accettabili”. Non è stato così, ed è destinato a riproporsi – esaurito l’effetto della provvisoria frescura indotta dal temporale appena avutosi a Ravenna – specialmente nel pomeriggio, quando il sole batte sulle vetrate delle camere ardenti.”

 

“In realtà, Azimut, gestore del servizio, di cui è titolare il Comune di Ravenna, che ne stabilisce anche le tariffe, addebita la condizione strutturale di insufficienza dell’impianto di raffrescamento della camera mortuaria alla difficoltà di ENEL di erogarle la corrente sufficiente, “dovendo stendere 15 km di cavi”. – insiste Ancisi – Ai profani – cui dovrà essere data risposta tecnicamente più adeguata – sembra abbastanza inverosimile che, essendoci in zona grandi complessi sanitari, quali sono l’ospedale civile e il CMP di via Fiume Abbandonato, parimenti serviti da ENEL, non si possa convogliare qualche kw in più nella camera mortuaria. Nell’emergenza, il problema potrebbe forse essere risolto ricorrendo, con spesa minima, a qualche condizionatore d’aria domestico. È certo però che spetta ad Azimut risolvere il problema.”

 

Martedì scorso, il sindaco ha risposto in consiglio comunale ad un question time di Ancisi sul trasporto delle salme dalla camera mortuaria e ora il leader di Lista per Ravenna si aspetta una nuova risposta dal primo cittadino sullo stato dei vivi che in camera mortuaria letteralmente non respirano più quando fa caldo.

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