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Condotta Slow Food di Ravenna su fondo Zaffagnini/Bellosi: ricchezza culturale e scientifica da salvaguardare

In questi giorni è uscito sui giornali l’appello fatto da Giuseppe Bellosi per salvare l’archivio fotografico e le registrazioni fatte in 25 anni, da metà degli anni settanta a fine novanta, con l’amico Giovanni Zaffagnini girando quasi tutte le domeniche la Romagna per documentare una cultura che piano piano sta scomparendo: le persone, i canti rituali, la religione, il modo di vivere, le famiglie, il cibo ecc… Un grande patrimonio che non può andare disperso.

La condotta Slow Food di Ravenna ha sostenuto da sempre il lavoro di Giuseppe Bellosi e Giovanni Zaffagnini, assegnando loro nell’edizione di Giovinbacco 2010 il premio “È bdòcc d’ör” (il pidocchio o cozza d’oro), dato al personaggio che meglio ha saputo valorizzare il territorio, la cucina e i prodotti d’eccellenza della Romagna.

Questa la motivazione della giuria: «Elemento comune è la presenza di canti di questua, eseguiti da gruppi che percorrono le strade di paesi e campagne durante la notte, fermandosi a cantare di casa in casa. 25 anni di registrazioni e interviste fatte da Giuseppe Bellosi con un registratore ‘Geloso’ dell’epoca e 15.000 foto fatte dal professionista Giovanni Zaffagnini. Un grande “Granaio della Memoria” come piace a Carlo Petrini, documenti unici che saranno riversati e digitalizzati”.
Nel Consiglio Nazionale di Slow Food del 2013, tenutosi a Ravenna, invitammo entrambi e Zaffagnini ci parlò della loro esperienza di oltre 20 anni in giro per la Romagna a raccogliere interviste e fotografie.

Il lavoro fatto da Bellosi e Zaffagnini può benissimo entrare nel progetto di Slow Food “I Granai della Memoria” che ha lo scopo di raccogliere i saperi tradizionali legati alla produzione, alla trasformazione e ‘consumo’ del cibo, affinché tali patrimoni di conoscenza non rischino di andare perduti.

Si tratta di una ricchezza sia culturale che scientifica che rischia di scomparire, soprattutto a causa della diffusa, scarsa volontà di tramandare, da generazione in generazione, le storie, le conoscenze, le ricette e i saperi di ogni territorio.

Nel 2010 con Slow Food è iniziato l’allestimento di un complesso e esteso archivio dei saperi tradizionali del nostro Paese, composto da testimonianze raccolte con le più diversificate e opportune tecniche, dai documenti cartacei a quelli multimediali, affinché tali elementi possano essere adeguatamente conservati, valorizzati, studiati, non solo per la loro valenza antropologica, ma soprattutto per il loro forte impatto politico e sociale da utilizzare per affrontare le prossime imminenti grandi sfide.

Un patrimonio da rendere immediatamente disponibile per chiunque, liberamente accessibile attraverso la rete, facente riferimento ad una vasta biblioteca, materiale e virtuale, delle tradizioni e della cultura dei territori.

Con l’ Università degli Studi di Scienze Gastronomiche è stato attivato un corso dedicato a coloro che vogliono aggiungersi alla schiera di quanti già operano per raccogliere preziose testimonianze su tradizioni popolari, arti e mestieri, ricette, cibi e più in generale la nostra memoria.

La condotta Slow Food di Ravenna sosterrà qualsiasi iniziativa che eviti la dispersione di un archivio unico che ci racconta la storia del nostro territorio e girerà l’appello alla sede nazionale per avere consigli in merito. Inoltre si rende disponibile per allestire durante i propri eventi incontri, mostre e tutto quello che può servire per dare visibilità e non dimenticarsi di questo importante patrimonio “romagnolo”.

Condotta Slow Food di Ravenna

Archivio bellosi / Zaffagnini