Faenza, visita guidata alla Pieve di Santo Stefano in compagnia dello storico dell’arte Marco Vallicelli foto

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Sabato 30 settembre alle 16.00, lo storico dell’arte Marco Vallicelli condurrà una visita guidata alla Pieve di Santo Stefano (in via Corleto 101, località Corleto) a Faenza.

La Pieve di Corleto ha un storia che parte da molto lontano. Sin dalle origini, forse nel VII-VIII secolo, era intitolata a Santo Stefano Protomartire, il culto del quale era diffuso in epoca bizantina, particolarmente nel ravennate durante l’esarcato, dopo il ritrovamento del corpo del santo avvenuto nel 415. La chiesa primitiva, citata dall’anno 896, subì distruzioni nei secoli XII e XIII. Infatti nel giugno 1145 i ravennati e i forlivesi, alleati contro Faenza, si accamparono presso Pieve Corleto e ne distrussero il campanile.

Nel 1218 i forlivesi allagarono il territorio faentino e quindi anche Corleto, deviando il corso del Montone. I Faentini risposero all’affronto con scorrerie e con la ricostruzione del castello di Cosina chiamato Castel San Pietro e con l’edificazione a valle di Corleto, di un fortilizio a Prada. Ma il 16 ottobre 1220 l’imperatore Federico II, non appena si trovò in territorio forlivese, autorizzò e aiutò i forlivesi a demolire il castello faentino. Fu quella l’occasione in cui distrussero anche la chiesa di Corleto.

Presero inoltre come trofeo un sasso a forma di pigna che si trovava sopra la cupola della chiesa. Soltanto nel 1223 i Faentini poterono bonificare la zona allagata dai forlivesi cinque anni prima, riscavarono il letto del rio Cosina e vi incanalarono il Montone com’è ancora oggi. Nel 1224 quando stavano per riprendere le ostilità, si giunse invece a un trattato di pace dopo che il podestà di Forlì consegnò al Consiglio di Faenza la somma di 200 lire destinata al Vescovo per ricostruire la Pieve distrutta.

La chiesa fu ricostruita in forme romaniche nel 1224 con la somma offerta dai forlivesi, reimpiegando molto del materiale della pieve antica. Ancora oggi dalla soffitta della canonica sono visibili tre finestre romaniche, ora chiuse, che costituiscono l’unico vestigio rimasto della costruzione romanica, oltre a blocchi di pietra spungone nella muratura romanica. Fu mantenuto l’orientamento dell’abside verso oriente, secondo le norme vigenti della Chiesa e quindi i muri nuovi furono innalzati in gran parte su quelli della cripta.

L’appuntamento è organizzato dall’Associazione Culturale Antica Pieve, presieduta da Claudio Guidi, nell’ambito della rassegna “Antiche Pievi: a spasso per la Romagna“, giunta alla quinta edizione, che eccezionalmente si svolgerà in questo periodo dell’anno non essendo stato possibile farlo lo scorso mese di maggio a causa della devastante alluvione che ha colpito la Romagna. Ai presenti sarà consegnato in omaggio il volume che contiene le descrizioni dei luoghi di culto oggetto delle visite scritte da Marco Vallicelli, mentre le fotografie delle chiese sono di Tiziana Catani e Dervis Castellucci e i testi storici di Marco Viroli e Gabriele Zelli.

La partecipazione alla visita guidata, che si terrà anche in caso di pioggia perché si svolgerà interamente al coperto, è libera e non occorre prenotare.

Per informazioni: Claudio Guidi: 3386462755.

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