“Le Regole del Gioco”: Marco Mancini, l’uomo che ha guidato il controspionaggio italiano, ha svelato il mondo dei servizi segreti al Mercato Coperto di Ravenna foto

Sabato 23 marzo al Mercato Coperto di Ravenna si è tenuta la presentazione del libro “Le Regole del Gioco” (Rizzoli) di Marco Mancini che, in dialogo con il giornalista Stefano Folli, ha svelato il mondo dei servizi segreti italiani.

Mancini, l’uomo che ha guidato il controspionaggio italiano, ha raccontato il grande gioco delle spie. Una storia d’Italia inedita, raccontata da chi ha vissuto il grande gioco dei servizi segreti, dedicando ogni energia a sventare attentati e impedire conflitti.

“Le Regole del Gioco”: Marco Mancini al Mercato Coperto di Ravenna

IL LIBRO

La canna della Smith & Wesson .38 special che sfiora la nuca di Sergio Segio. L’irruzione momento per momento nei covi delle Brigate Rosse. Lo sguardo del terrorista di al-Qaida che incrociai a pochi metri dall’ambasciata italiana a Beirut, mentre stava cercando il punto giusto per farla esplodere piazzandoci 400 chili di esplosivo. L’azione di contrasto nei confronti di servizi segreti russi che tentavano di penetrare l’Italia.” Tutto questo grazie al “controspionaggio offensivo”: un metodo affinato dall’agente segreto italiano Marco Mancini che lo ha messo in pratica con successo per molti anni.

Mancini ha partecipato a operazioni cruciali per la sicurezza del nostro Paese fin dai suoi esordi nella Sezione speciale anticrimine dei carabinieri di Milano fondata dal Generale Carlo Alberto dalla Chiesa per combattere il terrorismo e poi come agente segreto dello spionaggio e del controspionaggio in Africa, nei Paesi dell’Est Europa e nel Medioriente allargato. Ha costruito un sistema clandestino di spie nei teatri di guerra per acquisire informazioni utili alla liberazione degli ostaggi.

Il risultato è una storia d’Italia inedita, raccontata da chi ha vissuto in trincea il grande gioco dei servizi segreti internazionali, dedicando ogni energia a sventare attentati e impedire conflitti. Perché sono tante le guerre che Mancini ha combattuto per proteggere gli italiani da rischi ben peggiori. Alcune di queste attività sono giunte alla ribalta della cronaca, altre, come il sequestro di Abu Omar, sono ancora misteriosamente coperte dal segreto di Stato.