Fase 3. Mazzavillani (CNA Ravenna): “Necessari incentivi, investimenti e accesso al credito. L’Italia non può aspettare”

La fase emergenziale dell’epidemia da Coronavirus è stata affrontata ed è stata superata anche la fase della “ripartenza”. Ora siamo nella Fase 3 dove l’economia italiana si è lentamente rimessa in moto, seppur con non poche difficoltà, in particolare per alcuni settori. Qual è oggi la situazione dei piccoli-medi imprenditori e degli artigiani? Per fare il punto della situazione e capire meglio cosa stia accadendo nel mondo della piccola-media imprenditoria e degli artigiani, abbiamo intervistato il direttore della CNA di Ravenna, Massimo Mazzavillani che sottolinea come la situazione ad oggi sia ancora molto frastagliata, poiché vi sono settori ancora completamente fermi.

“La fase della ripartenza è stata caratterizzata dall’incertezza economica, per i ritardi nell’erogazione della cassa integrazione, o di altre misure previste dal Decreto Cura Italia e dal Decreto Liquidità, e tutto ciò ha generato di conseguenza un indicativo calo dei consumi – spiega Mazzavillani – Per una vera ripartenza del sistema Paese sono necessari incentivi, investimenti e accesso al credito.”

Il direttore di CNA Ravenna sottolinea che sono tanti i settori ancora in difficoltà: “vi sono problemi importanti per il settore del trasporto persone (autobus, taxi, noleggio con conducente). Ad inizio pandemia è stato uno dei primi ad essere bloccato, e ancora oggi stenta a ripartire per mancanza di effettivo lavoro, basti pensare al blocco del trasporto scolastico, delle gite e in generale del turismo, e vi è il rischio che alcune realtà non riescano a superare questo momento di crisi. Come CNA, assieme ad altre associazioni, sia a livello nazionale che regionale, abbiamo chiesto interventi mirati, affinché vengano destinate risorse specifiche come è avvenuto per il mondo del turismo”.

“La situazione è difficile anche per il settore moda, produzione-abbigliamento – prosegue -. Molte aziende a causa del lockdown hanno perso gli ordinativi per la mancata vendita della primavera-estate ed ora sono in difficoltà anche in vista della stagione autunno-inverno. Purtroppo temiamo che gli effetti negativi si prolungheranno nel tempo”.

“Fase delicata anche per l’automotive – spiega Mazzavillani -. Le vendite sono crollate durante i mesi di chiusura e le immatricolazioni hanno avuto un calo del 90% ed ancora oggi, confrontando l’andamento dell’ultimo periodo con quello di 12 mesi fa, è evidente una forte contrazione e ciò genera problemi non solo ai rivenditori ma anche a tutta la filiera, a tutte le aziende di componentistica e dell’autoriparazione”.

Guardando al futuro del Paese, Mazzavillani sostiene che per far ripartire l’economia serve un forte piano di investimenti da parte del pubblico, affiancati da interventi e incentivi che sostengano la domanda interna e quindi i consumi. “L’Italia deve riuscire ad utilizzare al meglio le ingenti risorse messe a disposizione dall’Unione Europea anche per recuperare il cronico gap che il nostro Paese soffre rispetto ad altri Stati. Questo è il momento di fare investimenti importanti”, sottolinea.

Mazzavilani ritiene di fondamentale importanza gli incentivi a favore della green economy, dell’efficientamento energetico e quindi dell’ambiente. Secondo il direttore di CNA è positivo l’eco-bonus del 110% del Decreto Rilancio per la ristrutturazione e rigenerazione urbana e il miglioramento energetico: “bisogna agire sul miglioramento degli impianti e il credito d’imposta può generare lavoro per il settore delle costruzioni. Come CNA ritentiamo inoltre che vi sia anche la necessità di incentivi per favorire il rinnovamento del parco automezzi sia di privati che di imprese, così da ridurre l’impatto ambientale e sviluppare i consumi”.

Per CNA Ravenna è giunto il momento di investire sulle infrastrutture viarie e digitali e sbloccare le opere pubbliche e a tale proposito Mazzavillani sottolinea le importanti novità relative all’assegnazione dei lavori dell’HUB Portuale di Ravenna, così come l’ipotesi dell’alta velocità sulla dorsale adriatica, fondamentale anche la promozione del territorio e quindi a favore del settore Turismo.

Guardando al rilancio delle imprese, Mazzavillani ritiene che per superare lo “shock negativo” un ruolo importante debba averlo la formazione: “per conquistare nuovi mercati, servono processi riorganizzativi con nuove modalità di processo e di prodotto e quindi servono nuove competenze. Per fare ciò vi sono due strade: acquisire nuove risorse, portatrici di competenze specifiche, o formare il proprio personale. Quindi è importante che anche in questi ambiti Governo e Regione pongano grande attenzione con incentivi ad hoc.

Infine, per ultimo ma non d’importanza, il direttore affronta il tema dell’accesso al credito per sostenere la ripartenza e gli investimenti che le aziende stanno facendo: “il Decreto Liquidità metteva in campo buoni propositi, ma nella prima fase ha vinto la burocrazia. Le imprese hanno dovuto attendere molte settimane, prima di vedersi accreditare i 25mila euro  e ciò  ha deluso le aspettative. Oggi alcuni istituti di credito hanno recuperato i ritardi iniziali, mentre altri ancora no – prosegue -. Molto bene è andato il bando di 10 milioni di euro della Regione Emilia Romagna per garantire maggiore liquidità a piccole e medie imprese e professionisti attraverso il sistema dei Confidi. E’ stato un prodotto ben calibrato che è andato in  esaurimento in poco tempo ed ora sarebbe importante che la Regione stanziasse altre risorse, per garantire nuova liquidità alle aziende, sia per la ripartenza che per la continuità.”

Mazzavillani ribadisce come la carenza di credito rappresenti un forte limite allo sviluppo delle imprese: “occorre liquidità anche perché le aziende hanno investito denaro per rispettare le misure anticontagio, con l’acquisto dei dpi necessari, ma il Decreto Rilancio prevede il credito d’imposta a favore delle imprese, e ciò significa, per le aziende, pagare ora i fornitori ma detrarre la quota maturata solo nella dichiarazione dei redditi del 2020. Il problema è avere subito le risorse per far fronte alle forniture”.

“Il futuro del Paese, superata l’emergenza e auspicando che non scoppi una seconda ondata epidemica, si gioca sul riuscire a dare continuità a quanto messo in atto finora – conclude -. Per i prossimi mesi sono fondamentali gli incentivi ai consumi interni, un grande piano di investimenti pubblici e l’accesso al credito, ed è importante che venga fatta la riforma della burocrazia. Serve un modello che alleggerisca i controlli della fase iniziale e potenzi quelli ex post. Come CNA, abbiamo proposto, in occasione degli Stati Generali a Roma, che in ogni Ministero sia istituito un Consiglio per l’Attuazione delle Norme composto da esperti e da rappresentati delle categoria, che risolva i problemi che limitano l’attuazione delle norme”.

“L’Italia non può più aspettare” conclude il direttore di CNA Ravenna.