Lega Nord su migranti impiegati come volontari nella sagra paesana: “Il comune chiarisca subito”

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“Forse ci si aspettava un coro di ammirazione, per questi “volenterosi” venti immigrati arrivati dal Pakistan, e subito impegnati “socialmente” per montare i gazebi e gli stand della fiera paesana di San Pietro in Vincoli. Ma l’errore di comunicazione da parte di chi gestisce la cosiddetta accoglienza nel ravennate è stato evidente”. Il capogruppo Ln in consiglio comunale a Ravenna, Samantha Gardin e il responsabile per l’immigrazione Nicola Pompignoli, si preparano a dare battaglia: chiamando a riferire Comune e Prefetto.

Samantha Gardin pretende che “si comincino a chiamare le cose con il proprio nome. Sappiamo che questi venti stranieri vengono dal Pakistan, uno stato che non sta combattendo alcuna guerra. Quindi, ancora una volta, ci accolliamo altri “migranti economici”, arrivati per mezzo delle prefetture e del Governo, senza alcun titolo di stare qui, perché non hanno diritto ad alcuno status di rifugiato”.

Poi aggiunge: “Per chi gestisce queste persone è del tutto normale fare arrivare 20 “irregolari” il venerdì, ed impiegarli due giorni dopo per montare gli stand della Pro Loco, per la fiera del paese”.

“Vorrei sottolineare – dice Nicola Pompignoli – che quando si organizziamo manifestazioni devono essere rispettate norme sulla sicurezza sul posto di lavoro e certificazione degli impianti e delle strutture. Vorremmo sapere quali competenze hanno questi venti “volenterosi” e presunti rifugiati, e se fossero in possesso delle necessarie coperture assicurative”.

“Chiederemo un consiglio comunale ad hoc – avverte Gardin – in cui il Comune, ma anche il Prefetto, saranno chiamati a riferire su quello che sta succedendo, su chi sono queste persone, dpve intendono alloggiarle, quanto resteranno e con quali costi per la collettività. Inoltre, pare a molti che il forese debba diventare un centro per l’accoglienza vasto. Basta con questo muro di silenzio: la cittadinanza ha diritto di sapere. Inoltre, a breve depositeremo una interrogazione al Sindaco perché ci illustri come sono stati organizzati questi lavori socialmente utili, se la Pro loco aveva e ha le assicurazioni per copertura dei rischi di infortunio sul lavoro e chi era il responsabile per la sicurezza”.

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