FdI mette sulla graticola l’amministrazione comunale. Bertozzi: “Si spende ma non ci sono visione d’insieme e progettualità”

Non ha risparmiato nulla alla maggioranza e alla giunta di centrosinistra che dall’ottobre 2020 governa la città di Faenza. Stefano Bertozzi, capogruppo in Consiglio comunale nonché consigliere provinciale di Fratelli d’Italia, ha usato la “clava politica” nel suo intervento che ha costituito il cuore dell’incontro pubblico che il partito di Giorgia Meloni ha organizzato nella serata di ieri nella Sala consiliare di Palazzo Manfredi, dove ci sono state due sole sedie vuote.

“Alternativa alle Sinistra nella Romagna Faentina. 18 mesi si opposizione a Faenza” era il tema dell’iniziativa che ha visto anche gli interventi di Marta Farolfi (vice sindaca di Brisighella), Marco Lisei (capogruppo nell’Assemblea regionale), Alberto Ferrero (coordinatore provinciale) e del deputato bolognese Galeazzo Bignami, ccordinati da Roberto Petri (componente della Direzione nazionale).

In sala, con il pubblico c’erano anche Alvise Albonetti (capogruppo della Lega in Consiglio comunale), Paolo Cavina (già candidato sindaco del centrodestra alle elezioni amministrative del 2020 e consigliere comunale della lista civica “Insieme per cambiare”) e Massimo Zoli (capogruppo della lista civica “Per Faenza”).

Stefano Bertozzi ha mandato un messaggio chiaro: “Ci stiamo preparando per governare bene Faenza che merita un’amministrazione di centrodestra”. Avvertimento tutt’altro che fuori luogo, perché il prossimo appuntamento alle urne locali sarà nella primavera del 2025 e per “prendersi la città” le opposizioni faentine devono lavorare parecchio e insieme, senza ritrovarsi a poco più di un mese senza un vero candidato sindaco, come è accaduto nel 2020.

Il capogruppo di FdI ha compiuto una panoramica sulla sua attività in Consiglio in questo anno e mezzo, dove ha lucidamente e con chiarezza puntato il dito su cosa, a suo parere, non va e dove sbaglia nell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Massimo Isola e che ha il sostegno di Partito Democratico, “Coraggiosa” (Articolo Uno), “Faenza Cresce”, Italia Viva e MoVimento 5 Stelle.

“Stasera siamo partiti a piedi per arrivare in municipio da Piazza San Francesco che è diventata un luogo invivibile di degrado e spaccio di droga – ha attaccato Bertozzi -. Sapete che il tema della sicurezza per noi è centrale, mentre abbiamo a che fare con un assessore ‘all’insicurezza’ che minimizza e non sa trovare soluzioni in questa e in altre situazioni come l’ex Cantina Zanzi e Piazza Dante Alighieri, che è recintata da un anno e mezzo senza che ci sia una prospettiva di fruibilità”.

In tutto il suo intervento Stefano Bertozzi non quasi mai “fatto i nomi” degli amministratori messi nel mirino: l’assessore “alla insicurezza” è, per esempio, il pentastellato Massimo Bosi.

“Avevamo fatto la proposta di riorganizzare e mettere in rete tutte le telecamere della sorveglianza pubblica – ha proseguito il consigliere -, ma la cosa è stata respinta, poi l’assessore ha affidato a una ditta esterna il compito di mappare queste telecamere, che da notare le ha messe il Comune, senza dirci quanto è costato. E’ grave la situazione della Polizia Municipale che sta subendo un vero depotenziamento: un esempio è l’accorpamento del Settore Giudiziaria con l’Infortunistica stradale”.

Da bancario qual è, Bertozzi ha calato la scure sui conti del Comune.
“I faentini dovranno pagare nuove imposte per 1,5 milioni di euro, con l’Irpef locale che cresce del 27% e l’Imu vicina ai massimi consentiti. Dovete inoltre sapere che per consulenze esterne sono stati spesi ben 80mil euro”.
Il capogruppo di FdI ha ripercorso brevemente la recente tormentata vicenda dell’Azienda di Servizi alla Persona dell’Unione della Romagna Faentina (Asp), le ex Opere Pie che avevano in seno un vasto patrimonio frutto di generose donazioni negli anni. “Ha perso 3 milioni di euro in quattro anni, azzerando le proprie liquidità, quindi ha venduto immobili per potere sostenere le spese correnti. E’ chiaro che senza risorse non si può fare il sociale”.

Nei mesi passati Stefano Bertozzi ha messo al centro dell’attenzione Faventia Sales, società per azioni a partecipazione pubblica composta da Comune di Faenza, Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio di Faenza, Crédit Agricole e Diocesi di Faenza-Modigliana, proprietaria dell’enorme complesso “ex Istituto Salesiani” per recuperarlo e valorizzarlo.

“Il Comune detiene il 46% delle azioni ma di fatto è una società privata – ha detto l’esponente di Fratelli d’Italia -, il vice sindaco Andrea Fabbri ne era il presidente e si è dimesso una volta eletto, però trovo inopportuno che tra le sue deleghe ci sia quella per cui si deve occupare proprio di Faventia Sales, che è una società con i bilanci in disequilibrio. Infatti un aiuto è dovuto arrivare dal Con.Ami. e da Ravenna Holding, che ha comprato un pezzo del complesso edilizio, dandolo quindi in affitto alla stessa Faventia Sales, la quale a sua volta lo ha subaffittato al Comune. Va detto poi che Faventia Sales è un fortino elettorale del centrosinistra che ha sponda in Regione”.

Per Bertozzi alla giunta Isola mancano la “visione d’insieme” e una vera progettualità.
“Nel 2021 erano arrivati 1,7 milioni di euro come ‘fondi Covid’, ma questi non ci sono più. Adesso l’Amministrazione comunale ci propina l’arrivo in tre anni di 60 milioni dal PNRR e dalla Regione, ma non si capisce nulla al di là degli annunci. Perché questa è l’Amministrazione degli annunci e dei comunicati stampa che arrivano a pioggia. Intanto le strade sono colabrodi anche nelle frazioni e nel forese; poi arriverà il Pums: sono preoccupato per il centro storico. Ho chiesto al sindaco cosa si farà con il Palazzo delle Esposizioni ristrutturato: mi ha risposto che intanto bisogna recuperarlo ma che ora non sa cosa ci si farà”.

E’ rimasto deluso chi si aspettava un accenno alla campagna elettorale locale nella vicina Riolo Terme dove si voterà domenica 12 giugno e dove sono già pronte una lista di centrosinistra e una de “Il Popolo della Famiglia” con i rispettivi candidati sindaco, ma non quella di centrodestra, che ha dato qualche segnale proprio con Fratelli d’Italia.

Non c’è stato neppure un richiamo ai referendum sulla Giustizia, che impegneranno gli elettori faentini proprio il 12 giugno. Sarà per la prossima volta.

Rodolfo Cacciari