FEM NEWS – LA FINESTRA FEMMINISTA / Cresce il #MeToo delle ginnaste italiane. A quale prezzo volano le giovanissime “farfalle”?

Nolite segue il caso delle ginnaste italiane fin dalle prime denunce a fine ottobre da parte delle ex “farfalle” Nina Corradini, Anna Basta e Giulia Galtarossa. Denunce che hanno aperto un vaso di Pandora e svelato le ombre inquietanti del mondo dorato della ginnastica, fatto in apparenza di costumi luccicanti, sorrisi, trucchi, esercizi incantevoli, medaglie dorate. Ma a quale prezzo per le giovani atlete, in maggioranza adolescenti minorenni?

Ormai il #MeToo delle ginnaste italiane è inarrestabile. Infatti le adesioni alla petizione, lanciata dall’associazione Change The Game, crescono rapidamente e in poco tempo è stata sottoscritta da oltre 40 atlete della ginnastica ritmica e ha ricevuto oltre un centinaio di segnalazioni di abusi in tutta Italia. Non si tratta quindi solo dell’Accademia internazionale di ginnastica ritmica di Desio (ora commissariata), ma le denunce arrivano da tante regioni italiane a conferma che il fenomeno non si può ridurre alle solite mele marce. L’associazione Change The Game è attiva da anni per contrastare ogni forma di violenza – sessuale, emotiva e fisica – all’interno del contesto sportivo, per proteggere i bambini e le bambine, per offrire un sostegno alle giovani vittime nel difficile percorso davanti agli organi di giustizia ordinaria e sportiva.

È dell’anno scorso il libro inchiesta “Impunità di gregge. Sesso, bugie e omertà nel mondo dello sport” (Chiarelettere, 2021), scritto dalla presidente Daniela Simonetti, giornalista e attivista, con l’obiettivo di rompere il velo di silenzio e omertà che avvolge questi temi in Italia. Simonetti parla di un vero e proprio modus operandi di istruttori e istruttrici che fa parte di una sorta di lessico addestrativo nei confronti delle atlete; un lessico e un metodo tossico e umiliante, stando ai racconti delle giovani ginnaste: schiaffi, insulti, vessazioni e bilancia tre volte al giorno. Il tutto per seguire i canoni di una rigida magrezza ritenuta necessaria per primeggiare in pedana.

Nolite riconosce subito in questo fenomeno lo stereotipo dell’ossessione della magrezza che accomuna il mondo della moda a quello della ginnastica con conseguenze gravissime per il benessere psicofisico delle giovanissime ancora in crescita. Lo confermano gli specialisti di Medicina dello sport della Fondazione Auxologico Irccs che da anni cercano di correggere i danni causati da diete sbagliate o estremizzate sui fisici di giovanissime promesse dello sport. «Uno degli aspetti che a noi medici fa più paura è quando ci troviamo di fronte a ginnaste o atlete del nuoto sincronizzato che presentano la cosiddetta triade dell’atleta: magrezza, amenorrea e osteoporosi, per cui la ginnasta va incontro ad una serie di cambiamenti dell’organismo, con danni immediati e a lungo termine, in sintesi ossa fragili e ormoni impazziti » spiega la prof.ssa Daniela Lucini, Direttrice della Scuola di Specializzazione di Medicina dello Sport ed Esercizio Fisico all’Università di Milano.

Ginnasta ritmica

«Nella ritmica le ginnaste sono sottoposte ad uno stretto regime alimentare. Questo scatena i disturbi del comportamento alimentare di cui ci occupiamo noi psicologi dello sport perché i tecnici se ne lavano le mani per loro l’importante è portare a casa le medaglie» è il commento amaro del dottor Luca De Rose psicologo dello sport e psicoterapeuta. È quanto accaduto a Vanessa Ferrari, vincitrice della medaglia d’argento a Tokyo 2020 “Ho vissuto sulla mia pelle i disturbi alimentari. A 19 anni sono finita in clinica dove, grazie al supporto di persone esperte, dopo due anni sono riuscita a guarire”.

Virginia Scardanzan, ex atleta, spiega il meccanismo psicologico “A 7-8 anni ero ingenua e guardavo le mie compagne più grandi con ammirazione. Pensavo che avrei dovuto fare tutto come loro. Nella mia testa dovevo pesarmi tre volte al giorno, perché è quello che facevano le mie sorelle più grandi. Venivano insultate e picchiate? Anche io dovevo ricevere lo stesso trattamento. Così un mondo malato diventa la normalità”.

Nolite ha chiaro subito una cosa, la violenza psicologica è violenza, ovunque anche nello sport.  Chi ha la funzione di educare o allenare deve tenere conto della persona nella sua interezza. Se si persegue solo il raggiungimento dei risultati è facile oltrepassare il confine fra rigore e abuso.

Fra i tanti commenti nei media poi c’è anche chi si chiede perché le ginnaste abbiano denunciato solo ora. Nolite riconosce in questo un altro stereotipo diffuso, cioè quello di colpevolizzare la vittima. Si chiama victim blaming. Anziché cercare di capire cosa è successo e chi ha sbagliato, si colpevolizza la vittima per non essere stata una vittima perfetta, per come si è comportata, per avere sbagliato i tempi.

Nolite segue con attenzione il percorso di ricerca della verità che prosegue su due fronti: quello sportivo con l’indagine conoscitiva interna avviata da Federginnastica e quello della Magistratura con l’avvio delle indagini da parte della Procura di Brescia. È importante che i risultati delle indagini non si concludano con semplici ammonizioni come accaduto in passato, ma che finalmente portino a un cambiamento del sistema con il coinvolgimento delle stesse organizzazioni sportive.

Ma per un cambiamento vero è necessario intervenire sulla formazione di allenatori e allenatrici perché hanno una grande responsabilità nella relazione con le atlete. Devono capire che non è sport quello che umilia.

Ginnasta ritmica

FemNews di Nolite

Ogni settimana si apre una finestra femminista su RavennaNotizie, dalla quale ogni settimana si respira aria pungente, si espongono germogli al sole, si stende la biancheria profumata al sapone di Marsiglia, si appendono lunghe trecce di aglio e peperoncino, ci si rilassa con un bicchiere di vino e l’ultima sigaretta, si parla con il vicinato, si accarezzano felini senza nome cantando Moon river, si guarda oltre con occhiali di genere. Nasce così una rubrica autonoma rispetto alla testata che gentilmente la ospita, pluralista, apartitica, decisamente femminista, che cerca di trovare il modo di agire per trasformare il mondo. Fem News ha una firma collettiva NOLITE – imperativo negativo latino omaggio alla condivisa cultura umanistica, alla passione politica, alla compulsione alla lettura, alla madre Atwood (Nolite te bastardes carborundorum, Non consentire che i bastardi ti annientino), alla lotta ancillare per dire no al pensiero dominante patriarcale, coloniale e specista.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di RavennaNotizie, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

  1. Scritto da Roberto B.

    Il vedere letteralmente delle bambine salire in pedana, anche in competizioni internazionali, suscita in me una certa impressione e penso che sarebbero necessari a livello federale, nazionale e internazionale, interventi per fissare limiti precisi secondo fascie di età.