Commemorato il 71° anniversario dell’eccidio del Ponte dei Martiri

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Alla presenza di numerosi cittadini, parenti dei caduti, rappresentanti delle autorità, delle istituzioni, di tutte le forze dell’ordine e delle associazioni combattentistiche e d’arma, si sono svolte ieri pomeriggio le cerimonie di commemorazione del 71° anniversario dell’eccidio nazifascista di Ponte dei Martiri.


In rappresentanza del Comune ha partecipato l’assessore Massimo Cameliani; accanto a lui lungo il corteo partito da piazza Garibaldi, dove sono state deposte corone commemorative alla lapide dedicata al sacerdote ravennate e martire antifascista don Giovanni Minzoni, l’assessore provinciale Luciano Ronchini e rappresentanti dei Comuni della Bassa Romagna.

Lungo il percorso ci si è fermati all’ingresso della scuola media Guido Novello dove è stato reso omaggio ai busti in bronzo di Mario Pasi, Primo Sarti e Agamennone Vecchi, insigniti di Medaglia d’oro al valore militare.

Il corteo ha raggiunto poi Ponte dei Martiri dove, dopo la deposizione di corone al monumento, è intervenuto l’assessore Cameliani, con un discorso commemorativo dei dodici partigiani e patrioti uccisi per rappresaglia il 25 agosto 1944 dai nazifascisti, in una delle azioni più feroci e brutali compiute a Ravenna durante l’occupazione tedesca: Natalina Vacchi e “Napoleone” Umberto Ricci, che furono impiccati e ai quali è stata conferita la Medaglia d’argento al valor militare, mentre vennero fucilati Domenico Di Janni, Mario Montanari, Augusto Graziani, Giordano Valicelli, Raniero Ranieri, Michele Pascoli, Valsano Sirilli, Edmondo Toschi, Aristodemo Sangiorgi, Pietro Zotti.

Ha detto tra l’altro Cameliani: “I diritti di libertà dei cittadini, uomini e donne, i diritti del mondo del lavoro, le grandi funzioni dei Comuni e delle Regioni, l’inclusione di tutte le forze politiche anche le più lontane dallo spirito costituzionale, la resistenza al terrorismo, all’eversione, ai poteri occulti, tutto questo è stato reso possibile per effetto di un processo di inveramento e attualizzazione dei valori costituzionali nati dalla Resistenza. Solo la consapevolezza profonda dei valori della legalità, della giustizia sociale e della democrazia ed il battersi per essi può dare alla nostra generazione il diritto alla riconoscenza delle generazioni future.
È lo stesso diritto che si sono guadagnati quei ragazzi e ragazze che furono qui uccisi al Ponte degli Allocchi il 25 agosto del 1944 e che oggi ricordiamo con rispetto e con orgoglio.

Con rispetto, perché sono caduti per noi; con orgoglio, perché ci sentiamo loro eredi civili”.

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