Doppio appuntamento con Ravenna Festival: alla Rocca Vittorio Ghielmi, a Milano Marittima Roberto Cotroneo

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Oggi martedì 7 luglio alle ore 21.30 Ravenna Festival propone un altro doppio appuntamento a Ravenna (ore 21.30, Rocca Brancaleone) e a Milano Marittima (ore 21.30, Arena dello Stadio dei Pini) nel primo caso con la musica, nel secondo caso con la letteratura.

RAVENNA, ROCCA BRANCALEONE: LA PESTE D’AMBURGO, VITTORIO GHIELMI E IL SUONAR PARLANTE NELLA GERMANIA DEL SEICENTO

Mai titolo fu più attuale di quello che il compositore e violista da gamba Vittorio Ghielmi e Il Suonar Parlante Orchestra hanno scelto per il concerto che Ravenna Festival mette in scena martedì 7 luglio, alle 21.30, sul palcoscenico della Rocca BrancaleoneLa peste di Amburgo (1663) è un itinerario fra lamenti e testi della Passione nella Germania pre-bachiana, ovvero composizioni seicenteschi strumentali e vocali – affidate alle voci del soprano Graciela Giberti e del baritono Fulvio Betti – che ruotano attorno a quel particolare genere che era il “lamento”, molto diffuso e praticato in quel tempo sia in ambito sacro che profano. Un programma nel segno di un evento particolare, la peste che nel 1663 colpì la città di Amburgo e in seguito alla quale il compositore Mattias Weckmann compose prendendo a prestito il testo dalle Lamentazioni del profeta Geremia, il suo “Wie liegt die Stadt so wüste” (“Come è deserta la città”). A completare il programma brani di Johannes Rosenmüller, Heinrich Bach, Dietrich Buxtehude, Jan Dismas Zelenka nonché del sommo Johann Sebastian Bach, ma anche dell’italiano Giovanbattista Fontana, anch’egli vittima della peste, quella del 1630.

Si tratta di un programma, sottolinea Vittorio Ghielmi, “di stringente attualità in un contesto come quello attuale che induce l’uomo alla riflessione sui destini ultimi, sull’importanza di molte delle cose che dà per scontate nel vivere quotidiano, sulla realtà del bene e del male nella loro onnipresente commistione: una dimensione in cui operano costantemente i veri artisti, ma che l’uomo affaccendato dal negotium tende a dimenticare, o addirittura a rifuggire, con conseguenze culturali, politiche e sociali drammatiche”. Il programma pre-bachiano “mette in luce autori che gli accidenti della storia – continua Ghielmi – hanno lasciato in ombra ma dei quali possiamo apprezzare il talento. Basti pensare, per esempio, a Buxtehude, che fu il maestro di Bach al quale non ha nulla da invidiare”. Del resto, si tratta di compositori che si inquadrano in un tessuto culturale, in un periodo e in uno stile, appunto quello in cui si esprime il genere del lamento, che si nutre dell’intreccio dei più diversi influssi: da una parte il madrigalismo italiano, quindi la potenza visionaria e descrittiva anche della melodia, dall’altra il più razionale, intellettualistico contrappunto di matrice germanica. In una contaminazione foriera di straordinari risultati e sviluppi.

La dimensione in cui si muove la linea interpretativa di Vittorio Ghielmi e dell’ensemble che, insieme a Graciela Giberti, ha fondato nel 2007, va nel senso di una continua ricerca storica, che “significa decodificare la scrittura e ricostruire il senso gestuale delle strutture musicali che appaiono come morti segni sulla pagina, e ridargli vita”. Un lavoro che insieme al Suonar Parlante Orchestra – in questa occasione composto da Alessandro Tampieri al violino, Luca Pianca al liuto, Lorenzo Ghielmi all’organo, e Rodney Prada, Cristiano Contadin, Christoph Urbanetz alle viole da gamba – lo hanno portato a innumerevoli successi, a esibirsi con i più grandi (tra cui con Gustav Leonhardt, Cecilia Bartoli, Reinhard Goebel, Viktoria Mullova, András Schiff, Thomas Quasthoff), a incidere dischi importanti, nonché a ricoprire incarichi prestigiosi come la cattedra di viola da gamba al Mozarteum di Salisburgo.

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: primo settore 15 Euro, secondo settore 10 Euro, under 18 5 Euro
L’appuntamento è in diretta streaming su www.ravennafestival.live

Roberto Cotroneo

MILANO MARITTIMA / PER L’ALTO SALE – IL TREBBO IN MUSICA 2.0: IL DEMONE DELLA PERFEZIONE, ARTURO BENEDETTI MICHELANGELI RACCONTATO DA ROBERTO COTRONEO

ABM: un carattere musicale inarrivabile – algido e distaccato, cristallino e passionale – capace di mutare radicalmente lo spirito e la tecnica dell’esecuzione pianistica; archange, arcangelo, lo chiamava la più celebre delle donne della sua vita, e il culto assoluto e ascetico della bellezza che Arturo Benedetti Michelangeli celebrava sulla tastiera non ha eredi, ma è presente in ogni pianista che è venuto dopo di lui. Martedì 7 luglio, alle 21.30 nell’Arena dello Stadio dei Pini, il nuovo appuntamento della rassegna Per l’alto sale – Il Trebbo in musica 2.0 vedrà lo scrittore e giornalista Roberto Cotroneo conversare con Matteo Cavezzali di Scrittura Festival su Il demone della perfezione. Il Genio di Arturo Benedetti Michelangeli. L’omaggio di Ravenna Festival a Michelangeli, nel centenario della nascita e a venticinque anni dalla scomparsa, si completa con la presenza in scena del giovanissimo pianista Domenico Bevilacqua, con la collaborazione dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Giuseppe Verdi di Ravenna.

Paderewski, Cortot, Rubinstein, Rachmaninov, Horowitz, Gilel’s: prima di Arturo Benedetti Michelangeli i titani del pianoforte avevano stupito il mondo con la forza delle proprie esecuzioni, nel segno di una libertà interpretativa che si concedeva anche qualche errore in nome del temperamento. Con ABM, tutto cambiò. “È nato un nuovo Liszt!” disse Cortot, cogliendone la grandezza in un concerto a Ginevra. Un’imprecisione: con ABM era nato, piuttosto, il genio che nell’esecuzione cercava l’assoluta limpidezza del suono – in breve, la perfezione. È una parola ricorrente nel trattare di Michelangeli e una parola la cui portata rivoluzionaria può forse sfuggire oggi, quando il parametro che Michelangeli seppe imporre è diventato regola aurea dell’esecuzione al piano. Le precedenti generazioni di pianisti erano sì musicalmente superlativi, ma desiderosi di mettere se stessi e le proprie capacità al centro della scena, anche a costo di sacrificare la fedeltà alla partitura alla necessità di stupire la platea; dopo ABM, la maestria tecnica è una precondizione per la carriera pianistica.

Nel libro dedicato a Michelangeli, edito da Neri Pozza, Roberto Cotroneo – intellettuale eclettico, protagonista della vita culturale italiana degli ultimi decenni –  traccia un itinerario che ripercorre diversi passaggi importanti della sua esistenza, a cominciare dagli anni bresciani, dai suoi maestri, dalle sue frequentazioni. Difficile indagare la vita privata di un uomo che fece della riservatezza la sua cifra distintiva, ma alcune caratteristiche emergono nitidamente: la sua passione didattica, la sua profonda religiosità, il suo distacco dal denaro e la sua generosità, l’amore per d’Annunzio, quello per la montagna e per le auto da corsa, addirittura la propensione a raccontare cose non vere… per non dire del suo essere monarchico e dell’attrazione per le donne. Il demone della perfezione è un libro “sul genio ma è anche un origami, un esercizio di meditazione, uno studio di esecuzione trascendentale, per immergersi nella musica che possa aprirci gli occhi”. E ad affiancarsi a tanto genio non poteva essere che uno studente, con assoluto timore reverenziale, ma anche con lo spirito innocente che è solo appunto dei giovanissimi: il pianista diciassettenne Domenico Bevilacqua.

Info: tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: posto unico non numerato 10 Euro, under 18 5 Euro.
Solo per gli spettacoli della rassegna Per l’alto sale – Il Trebbo in musica 2.0, l’acquisto dei biglietti è possibile, oltre che attraverso i canali validi per tutti gli eventi, anche presso lo IAT Cervia, lo IAT Milano Marittima e la biglietteria serale attiva dalle 20.30 sul luogo di spettacolo.
L’appuntamento è in diretta streaming su www.ravennafestival.live

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