Ravenna. Il sindaco de Pascale al presidio dei sindacati alla sede di Ausl Romagna: “Sistema sanitario a rischio. Appello a governo e Regione” foto

Questa mattina, 7 marzo, il sindaco Michele de Pascale ha partecipato al presidio organizzato dai sindacati Fp Cigl, Cisl Fp e Uil Fpl a difesa della sanità pubblica, svoltosi di fronte alla sede di Ausl Romagna in via de Gasperi a Ravenna.

“Ho aderito convintamente al presidio organizzato dalle categorie della funzione pubblica dei sindacati confederali, che chiedono maggiore attenzione a difesa della sanità pubblica – dichiara il sindaco -. Da molto tempo il Consiglio comunale di Ravenna, anche attraverso un Ordine del giorno approvato, ha lanciato l’allarme rispetto al finanziamento della sanità pubblica. Si tratta di un appello che in nessun modo può essere tacciato di strumentalità politica, in quanto è rivolto a un governo, questo, che purtroppo si sta muovendo in assoluta continuità con il governo Draghi rispetto al tema del definanziamento della sanità pubblica”.

“È un appello rivolto anche alla Regione Emilia-Romagna che da una parte deve alzare i toni, insieme alle altre regioni e a prescindere dagli schieramenti, per chiedere al governo di aumentare le risorse, dall’altra, deve mettere in campo tutte le azioni possibili al fine di evitare una drastica riduzione di personale e un peggioramento dei servizi” prosegue de Pascale.

“Discuteremo di sanità anche oggi pomeriggio in Consiglio comunale e nei prossimi giorni intraprenderemo altre iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici su questo tema fondamentale. Il nostro sistema sanitario, tra sottofinanziamenti e assenze di personale, sta andando a sbattere: è arrivato il momento di reagire con forza e far comprendere che non si può andare avanti così” ha concludo il primo cittadino.

presidio sindacati sanità - de pascale

Cgil, Cisl e Uil: “Diciamo no alla riduzione del turn over e alla riduzione degli organici”

Il presidio di oggi 7 marzo dalle 10 alle 12 che coinvolge le lavoratrici e i lavoratori del Servizio sanitario regionale e nello specifico i dipendenti di Ausl Romagna, mette al centro la volontà di difendere la sanità pubblica. “Le donne e gli uomini che lavorano nel sistema sanitario regionaledicono Cgil, Cisl e Uilsono il motore che garantisce il diritto alla salute che è di tutte e di tutti. Non permetteremo a nessuno di fare cassa sulla pelle delle persone. Diciamo no alla riduzione del turn over e alla riduzione degli organici. Se la Regione non darà risposte concrete sarà mobilitazione regionale. In un contesto di grande complessità e dopo una pandemia, che ancora oggi fa sentire i suoi effetti negativi, la Regione sta procedendo a una riduzione drastica degli organici in tutte le aziende sanitarie. Tra le varie problematiche c’è la riduzione del turn over che è messa in pratica in maniera sistematica dalle singole aziende sanitarie per produrre risparmi di bilancio che, inevitabilmente, si traducono in un calo della quantità e qualità dei servizi erogati”.

Anche la deputata ravennate Bakkali esprime solidarietà

“È sempre più drammaticamente evidente – ha dichiarato Bakkali – che il governo non sa o no vuole sostenere la sanità pubblica del paese e nell’ultima legge di bilancio il finanziamento della Sanità scende sotto la soglia del 7% del PIL. Soglia sotto la quale al di sotto si aprono serie difficoltà per la tenuta qualitativa del sistema. Oggi alla camera, come Partito Democratico, abbiamo presentato una mozione per assicurare un livello di risorse almeno pari a quello degli altri paesi europei, garantire nel Paese pari risorse fra le varie Regioni scongiurando i dati che la riforma dell’autonomia differenziata potrebbe causare. Si chiede inoltre di aggiornare e ampliare le patologie riconosciute, completare l’informatizzazione del sistema nazionale, contrastare il ricorso dei “medici a gettone”, riorganizzare la medicina territoriale , garantire l’integrale attuazione della legge 194 e, soprattutto, individuare le necessarie risorse per la formazione del personale e da destinare al rinnovo del contratto nazionale del personale sanitario”.

“Se, dopo una pandemia, il governo non si attiva per avere una sanità pubblica di ottimo livello e per tutti – conclude Bakkali – vorrà dire che quella tragedia è accorsa invano. Il definanziamento, che purtroppo va in continuità con i governi precedenti è la risposta sbagliata e va affermato finalmente il principio che la Sanità pubblica è un bene da difendere, diritto fondamentale che va garantito investendo sul personale, sulla capillarità e qualità dei servizi erogati”.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di RavennaNotizie, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

  1. Scritto da Fra

    Sicuramente un solo medico in turno al pronto soccorso è vergognoso. Sè c’è un problema si salvi chi può e quei poveretti rischiano anche delle denunce. Necessità di maggior attenzione e maggior efficenza. Chi lavora in prima linea fà quel che può ma non sono maghi. Servono più medici e serve pagarli per incentivarli. Non fate come prima della pandemia con i tagli votati da tutte le correnti politiche. Tagliatevi i vostri mostruosi stipendi e rimettete ciò che serve nelle giuste funzioni.Grazie

  2. Scritto da Giuditta franchi

    I lavoratori del settore sanitario hanno perfettamente ragione e li sostengo nella loro protesta ma mi piacerebbe sentire anche parole per tutti quei cittadini che si trovano praticamente di fronte ad un sistema sanitario non certo pubblico, per ogni prestazione o si aspettano tempi biblici oppure ci si rivolge al privato. Ulteriore nota dolente a sostegno di quanto sopra affermato si sono allungati di molto anche i tempi di attesa nel privato.