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Rifondazione Comunista: Contrari al rigassificatore a Ravenna

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Rifondazione Comunista Emilia-Romagna esprime la propria netta contrarietà alla collocazione di un rigassificatore della Snam al largo delle coste di Ravenna. Si tratta di una infrastruttura estremamente pericolosa ed impattante per l’ambiente e il clima, che fa fare all’Emilia-Romagna e all’Italia un ulteriore passo indietro verso la transizione ecologica prolungando la dipendenza dalle fonti fossili.
La nostra contrarietà ha diverse ragioni.

𝐋𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐩𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞̀ 𝐝𝐢 𝐭𝐢𝐩𝐨 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐨. Capiamo la necessità per il Paese di diversificare le fonti di approvvigionamento delle materie prime in conseguenza al conflitto in Ucraina. Però è evidente che questa necessità è diventata un’urgenza dal momento che il governo Draghi ha deciso di schierare l’Italia non per costruire una pace duratura, bensì per un sostegno pieno e acritico – addirittura inviando armi – al governo Zelensky e all’azione della NATO. Ogni giorno che passa risulta evidente che il proseguimento della guerra giova solo agli Stati Uniti, mentre i danni maggiori, oltre ad essere pagati dai civili ucraini, sono a carico di tutti i Paesi dell’Unione Europea. In secondo luogo, il gas liquefatto oltre a costare molto più di quello gassoso proviene, oltre che dagli USA, da paesi mediterranei o africani la cui situazione è instabile e sono spesso teatro di violazioni di diritti umani, e vincolandoci ad essi rinunciamo ad esercitare le necessarie pressioni per il rispetto del diritto internazionale.

𝐋𝐚 𝐬𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐩𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞̀ 𝐝𝐢 𝐭𝐢𝐩𝐨 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐞𝐠𝐢𝐜𝐨. La scelta che viene assunta oggi non è emergenziale ma di lunga durata, ed è una scelta miope e sbagliata. Sono da realizzare le tubature per il trasporto del gas (8,5 Km in mare e 34 Km a terra) e l’impianto non sarà pronto prima dell’estate 2024. Il rigassificatore non avrà quindi alcun ruolo nell’affrontare l’imminente grave crisi energetica a cui l’Italia sta andando incontro ma assume, anche per l’enorme rilevanza economica che ha (SNAM spenderà solo per l’acquisto della nave 400milioni di dollari), un carattere strutturale almeno per il prossimo decennio. Con questo impianto si sta scegliendo di prolungare la dipendenza dell’Italia dalle fonti fossili e l’Emilia-Romagna sta abbandonando l’obiettivo di essere una regione alimentata nel 2035 al 100% da fonti rinnovabili, obiettivo che essa stessa si è data nel Patto per il lavoro e il clima.

𝐋𝐚 𝐭𝐞𝐫𝐳𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐩𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞̀ 𝐝𝐢 𝐭𝐢𝐩𝐨 𝐞𝐜𝐨𝐧𝐨𝐦𝐢𝐜𝐨. La collocazione di una nave di questo tipo (lunga 300 metri e larga 43 per una capacità di stoccaggio di 170.000 metri cubi di gas liquefatto) richiede una zona di limitazione delle attività economiche a diversi livelli che danneggerebbe le attività marittime e quelle legate alla pesca, e anche il turismo risulterebbe danneggiato da una infrastruttura che presenta un impatto ambientale molto pesante sia a mare che a terra. Anche l’impatto sull’occupazione è assolutamente modesto. Si creeranno posti di lavoro temporanei per la realizzazione delle infrastrutture, ma un rigassificatore porta pochissima occupazione, almeno se ci basiamo sull’impianto di Livorno. Siamo dunque convinti che complessivamente l’economia locale riceve uno svantaggio dall’ospitare un rigassificatore.

𝐋𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐩𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞̀ 𝐝𝐢 𝐭𝐢𝐩𝐨 𝐚𝐦𝐛𝐢𝐞𝐧𝐭𝐚𝐥𝐞 𝐞 𝐜𝐥𝐢𝐦𝐚𝐭𝐢𝐜𝐨. Stiamo vivendo un’estate caratterizzata da caldo e siccità eccezionale. Da anni vediamo, senza più dubbi, come il cambiamento climatico stia rendendo il nostro Pianeta un luogo sempre più inospitale e l’Emilia-Romagna è una delle regioni in cui gli effetti del cambiamento climatico sono più presenti ed estremi. Sappiamo che l’eccessivo consumo di idrocarburi è una delle cause principali del riscaldamento globale, e sappiamo anche che ridurre i consumi di fonti fossili e cambiare modello di sviluppo è l’unica strada per non essere sopraffatti dal cambiamento climatico. Al contrario, aprire impianti di questo tipo rischia di vincolare ancora di più l’Italia e l’Emilia-Romagna al consumo di gas allontanando ancora di più la fantomatica, ma largamente attesa e necessaria, transizione ecologica.

𝐑𝐢𝐟𝐨𝐧𝐝𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐄𝐦𝐢𝐥𝐢𝐚-𝐑𝐨𝐦𝐚𝐠𝐧𝐚 𝐞̀ 𝐩𝐞𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐨𝐬𝐩𝐢𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐚 𝐑𝐚𝐯𝐞𝐧𝐧𝐚 𝐮𝐧 𝐫𝐢𝐠𝐚𝐬𝐬𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐞𝐝 𝐞̀ 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐝𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐚𝐥 𝐆𝐨𝐯𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐢𝐧𝐟𝐫𝐚𝐬𝐭𝐫𝐮𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐝 𝐮𝐧 𝐜𝐨𝐦𝐦𝐢𝐬𝐬𝐚𝐫𝐢𝐨, 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐁𝐨𝐧𝐚𝐜𝐜𝐢𝐧𝐢.

Con la scusa dell’emergenza si taglia il necessario dibattito pubblico e si accelera una procedura di valutazione ambientale su un’infrastruttura impattante e pericolosa che richiederebbe invece la massima cura e il maggior coinvolgimento delle comunità locali.

Chiediamo quindi un percorso assolutamente trasparente e obiettivo, che parta dai dati oggettivi e non dalle volontà ideologiche del governo nazionale.

Stefano Lugli e Paola Varesi
Co-Segretari Rifondazione Comunista Emilia-Romagna

Juri Farabegoli
Segretario Rifondazione Comunista Federazione di Ravenna

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Commenti

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  1. Scritto da Viola

    Un consiglio: in massa trasferitevi a Mosca, la avrete transizione ecologica, libertà di espressione, e democrazia!
    Auguri!

  2. Scritto da FABIO

    QUINDI? COSA PROPONETE? Chiediamo quindi un percorso assolutamente trasparente e obiettivo, che parta dai dati oggettivi e non dalle volontà ideologiche del governo nazionale. COSA VUOLE DIRE?

  3. Scritto da garbino

    Zero virgola

  4. Scritto da ST

    Se raggruppiamo tutte le sigle (degli ecotalebani e dei partiti sinistroidi conclamati), riempiamo una pagina… ma per fortuna, poi, in realtà rappresentano una percentuale ridottissima di elettori. I soliti comunisti, i soliti gomblottisti e Nimby…
    …ovvero tutti coloro che, se avessero potuto decidere le sorti del Paese, ci avrebbero fatto sprofondare nella miseria più nera.

  5. Scritto da marco

    mi stavo preoccupando!
    non leggendo alcun vostro “DINIEGO” iniziavo a temere il peggio…
    NON fatelo più, chiaro?! che poi la gente va in ansia

  6. Scritto da giancarlo F

    Il problema esiste e non cosi facile ad spiegare! sicuramente non come viene presentato dai leoni dalla tastiera qui ma sono la tipologia e la situazione del porto di Ravenna
    che non lo permetterebbero.
    E’ un porto che nel tempo tutti si sono accorti che è facile da piazzare le cose che altri non li vogliono e lo hanno già imbottito di cose pericolose e/o inquinante vedi petrochimiche varie ( e ci stanno … da anni esistono), GNL, CO2 …. etc se aggiungiamo anche il rigassificatore ecco che ci troviamo con un vera boma sia nel porto che nel mare adiacenti … cosi addio turismo e salva che può !
    Si invita i politici de essere meno creduloni e studiare il porto e il territorio nello insieme e aggiungo, smettere di pensare di essere all’altezza di queste cose!!!
    Alla fine solo Ravenna lo paga sia nella realtà che nella poco bella immagine che da di se!

  7. Scritto da D.Giovanni

    Guarda caso che solo il comune di Ravenna contento di avere una cosa simile sul suo territorio!!!
    Altri scendono in piazza con i loro cittadini!

  8. Scritto da leo

    certo possiamo sempre far legna in pineta o è vietato anche quello?

  9. Scritto da Gianluca

    Io credo che dietro a questa cosa ci siano non pochi problemi: il primo che la nave rigassificatrice ha un pescaggio medio di 11m e pare che nel punto di attracco ci siano 11,5m d’acqua. Quindi già mi piacerebbe vederla arenata in un momento di bassa marea!
    Secondo ci sarà da ammodernare la flow-line che unisce il punto di attracco alla rete nazionale. Ma se così è, occorre attraversare la pineta. E chi li sente gli stessi ambientalisti che hanno fatto casino per i tamerici che ha fatto abbattere Jovanotti?
    Per ultimo vogliamo parlare della quantità di calore che deve sottrarre all’acqua del mare per rigassificare il metano?
    Io aspetto che qualcuno che ci capisce e non faccia la solita retorica politica, abbia preso in considerazione i punti di cui sopra e chiarisca alla popolazione.

  10. Scritto da stefania

    Io non lo sono perché le brutte cose le attribuiscono sempre a Ravenna ma chi ci governa dove aveva la testa quando furbescamente si sono presentati?

    Come mai dopo il Co2 il GNL non si è accorto che anche questa volta è l’ennesima patata bollente che altri hanno rifiutato?

    Perché non mette in primo luogo l’incolumità e la sicurezza dei cittadini e di Ravenna al primo piano?!

  11. Scritto da ST

    Chi scrive, potrebbe anche informarsi prima di fare brutte figure. Come Gianluca, che pone il problema degli 11 metri e della bassa marea… peccato che i rigassificatori restino sempre al largo 🙂

    Insomma: i Nimby giocano sull’ignoranza e sulla paura dei poco informati, gli stessi, però, che poi vogliono il termosifone acceso, l’energia elettrica senza limiti, e non fare sacrifici.

    Insomma, come sempre è un problema di cultura.

  12. Scritto da Gianluca

    …certo che come direbbe Cevoli l’ignorantezza di ST…..
    Il rigassificatore viene ormeggiato stabilmente nella piattaforma di PIR, quella che un tempo era chiamata anche volgarmente “l’isola d’acciaio” ed era il punto di attracco delle petroliere che scaricavano il greggio da raffinare alla Sarom.
    …vedi articolo https://www.ravennanotizie.it/economia/2022/07/15/rigassificatore-al-largo-di-ravenna-3-incontri-per-presentare-il-progetto-snam-bonaccini-e-uninfrastruttura-al-servizio-dellintero-paese/
    Se in quel punto ci sono 11,5m d’acqua, il signor ST come spiega il fatto che la nave non si areni sul fondo quando c’è bassa marea, se il suo pescaggio medio è 11m?
    …ah giusto! Quando la marea si abbassa, la nave va al largo tirando la sealine e si sposta dove c’è più acqua!! 😀

  13. Scritto da garbino

    Mi scusi sig. Gianluca, ma secondo Lei non crede che si guardino i pescaggi massimi prima dell’ormeggio della nave? Vuole che nessuno lo valuti e che l’arrivo della nave colga tutti di sorpresa? Pensa veramente che tutti siano dei citrulli. Pensa che la Capitaneria non veda e non discipli anche questo caso? Io penso invece che al momento opportuno sarà fatta l’ordinanza con cui si disciplinerà l’ormeggio, con tutti i limiti di operatività se del caso