“Il vivere e il morire. La dignità e i diritti”: a Ravenna si parlerà di eutanasia, presentato il convegno

Più informazioni su

È  stato presentato stamani presso la sede di Ravegnana Radio il convegno «Il vivere e il morire. La dignità e i diritti» che si terrà il 22 febbraio alle 9 al Cinema Corso in via di Roma 31 a Ravenna) (i relatori saranno Giorgia Brambilla, Giacomo Rocchi, Massimo Gandolfini e mons. Lorenzo Ghizzoni). Sono intervenuti Cinzia Baccaglini, presidente del Movimento per la Vita di Ravenna, e Mirco Coffari, presidente dell’Associazione Scienza e Vita Ravenna.

“La recente assoluzione di Marco Cappato, – fanno sapere gli organizzatori –  imputato di aver aiutato Fabiano Antoniani (Dj Fabo) a togliersi la vita in una clinica svizzera, da parte della Corte di Assise di Milano è inserita nel contesto giuridico, sociale e culturale nel quale è stata creata e promulgata la legge 219/2017 sulle disposizioni anticipate di trattamento, presentata da specifiche correnti politiche come un clamoroso successo nel riconoscere ai cittadini nuovi diritti di autodeterminazione delle proprie ultime volontà in caso di malattia. Una norma che si inserisce in un percorso culturale che sta portando, di fatto, alla legalizzazione dell’eutanasia in Italia dopoché in vari stati d’Europa. Un percorso accompagnato dall’eco mediatica e dalle strumentalizzazioni e faziosità di parte che hanno accompagnato la tragica vicenda della fine di alcune persone, affette da patologie e disabilità, condotte alla morte procurata: oltre al caso Dj Fabo, fra i vari casi si possono ricordare quelli di Piergiorgio Welby, Patrizia Cocco, Diane Pretty, Eluana Englaro, Vincent Lambert e dei bambini Charlie Gard, Isaiah Haastrup e Alfie Evans, questi ultimi privati dell’alimentazione e delle cure per il loro «best interest», oltre ai tanti casi di cui non si saprà mai nulla”.

Per approfondire questa complessa e delicata tematica, di ormai sempre più stringente attualità,  e “per offrire ai cittadini utili elementi di discernimento e di consapevolezza sugli strumenti giuridici previsti, le implicazioni bioetiche e religiose e la dimensione scientifica dei problemi”, è stato promosso il convegno «Il vivere e il morire. La dignità e i diritti». Gli enti promotori, impegnati nelle attività Pro Life e nella divulgazione culturale, sono il  Movimento per la Vita di Ravenna, Scienza e Vita Ravenna, Associazione Culturale San Michele Arcangelo,  il Comitato Verità e Vita, oltre al Centro di Aiuto alla Vita di Ravenna – Cervia, organizzazione dedita all’ascolto delle donne con gravidanze difficile e alla prossimità concreta verso di loro. L’evento è posto sotto il patrocinio dell’Arcidiocesi di Ravenna – Cervia. Come detto, il convegno si terrà sabato 22 febbraio alle ore 9 di mattina presso il Cinema Corso (via di Roma n. 31 – Ravenna).

Interverranno: la professoressa Giorgia Brambilla, docente di Bioetica e di Morale presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum («Antropologia e Antropodoxia. Quale Bioetica oggi?»), il professor Massimo Gandolfini, neurochirurgo e psichiatra («Avere coscienza degli stati di coscienza»), il dottor Giacomo Rocchi, magistrato, consigliere della Suprema Corte di Cassazione («L’amministratore di sostegno: aiuto per chi è in difficoltà o strumento per l’eutanasia?») e monsignor Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo metropolita di Ravenna – Cervia («Il Vangelo della vita nella sofferenza e nella morte»). Modererà l’incontro la giornalista Raffaella Frullone.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di RavennaNotizie, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

  1. Scritto da Giovanni lo scettico

    Nonostante il parere contrario di preti, suore e vescovi, io continuo a dire che la mia vita è solo la mia, nessuno può ordinarmi di fare quello che vuole la Chiesa.