Special guest alla rassegna “Il tempo ritrovato”: Clara Sanchez incanta la platea

La scrittrice spagnola che ha venduto in Italia un milione di copie del suo libro "Il profumo delle foglie del limone" ieri era al Rasi di Ravenna per presentare il sequel. Nel corso dell'incontro l'autrice ha parlato dei suoi libri,della sua passione per la scrittura, delle donne e dell'amore

Più informazioni su

Il percorso della rassegna letteraria “Il tempo ritrovato” si è incrociato ieri pomeriggio con una ricorrenza importante: i trent’anni di vita della Rete bibliotecaria della Romagna e di San Marino. E per festeggiare il compleanno di quello che nel suo breve intervento di saluto l’assessora comunale alla Cultura Elsa Signorino ha definito uno “straordinario strumento di conoscenza”, si è scelta una cornice speciale:  il Teatro Rasi di Ravenna. Ma  soprattutto si è voluto regalare alla città  un’ospite speciale: Clara Sanchez, autrice del best seller “Il profumo delle foglie di limone”, per due anni in cima alle classifiche dei libri più venduti e da qualche settimana in libreria con il sequel “Lo stupore di una notte di luce”.

Clara Sanchez oltre ad essere una fantastica scrittrice, è una bella donna solare, molto simpatica, molto chiacchierona, con un sorriso irresistibile.

Arriva vestita di rosso e nero e subito strappa un caloroso applauso alla platea: “E’ la seconda volta che vengo a Ravenna: diventa sempre più bella”, dice in italiano. Il ghiaccio è rotto: il pubblico la seguirà fino alla fine attento e divertito e lei premierà i numerosi fan firmando autografi nel foyer del teatro.

Con lei sul palco oltre a Matteo Cavezzali tradizionale intervistatore de “Il tempo ritrovato” c’è Carmelo Domini, giornalista e a sua volta scrittore nella inedita veste di interprete.

 

Con l’Italia Clara Sanchez ha un rapporto particolare: un milione di copie vendute nel nostro paese de “Il profumo delle foglie di limone”, thriller psicologico che ha al centro della sua trama una giovane donna e un ottantenne che danno la caccia ad una coppia di criminali nazisti.

Un libro amato da critica e pubblico, che ha dato molte soddisfazioni all’autrice ma che le ha creato anche qualche problema.

Nel gennaio 2010 si aggiudica il premio Nadal, uno dei riconoscimenti spagnoli più prestigiosi.

In febbraio esce in Spagna e dopo solo dieci giorni entra nella classifica dei romanzi più venduti.

In marzo l’autrice riceve lettere minatorie da parte di gruppi filonazisti.

 

Perché ha deciso di scrivere il sequel, chiede Cavezzali?

“Alla fine del primo libro – spiega l’autrice – avevo lasciato una porticina aperta: avevo voglia di andare più in profondità con alcuni personaggi”.

Ne “Lo stupore di una notte di luce” ritroviamo quindi sia Sandra che Julian protagonisti ed “io narranti” del primo romanzo. Due personaggi forti, che ha ripreso per mano senza difficoltà, perché erano rimasti nel suo cuore e nella sua mente.

Sandra, è la sua eroina, e Clara Sanchez non ne fa mistero. Lei non vuole e non può accontentarsi di un amore di comodo, vuole “quell’amore dove ha lasciato la testa”, ovvero Alberto “che è la metafora dell’amore che non si può ottenere”. “Noi donne abbiamo ottenuto diversi ruoli nella società e nella politica, sempre avendo però un tetto di vetro sopra la nostra testa. Dobbiamo risolvere la nostra dipendenza sentimentale. Noi donne – aggiunge suscitando diversi sorrisi divertiti – non dobbiamo necessariamente avere un uomo accanto per essere felici”.

 

I sentimenti hanno un ruolo fondamentale nei romanzi della Sanchez dove si parla appunto di amore, tradimento, violenza, inganno e della banalità del male.

La maternità è un elemento molto importante del nuovo romanzo: Sandra deve lottare perché hanno rapito suo figlio. Qualche signora del pubblico che stringe in mano il libro appena acquistato ha un piccolo sussulto, ma la Sanchez rassicura:   Lo spoiler appena fatto non pregiudica la lettura perché il libro è anche molto, molto altro.

In Sandra, Clara si identifica: “Prima diventare madre non avevo paura. Quando è nata mia figlia allora ho avuto paura per lei: temevo per ogni finestra aperta, avevo l’incubo di averla dimenticata a scuola. E’ la sensazione di responsabilità che provoca la paura. A proposito di Sandra, del rapimento di suo figlio, mi sono chiesta: cosa avrei fatto io al suo posto? Lei non si permette neppure di piangere, perché in quel momento la cosa importante è trovare suo figlio. Cosa succederà a Sandra? Lo scoprirete leggendo il libro”, chiosa con un sorrisetto.

 

Clara Sanchez, come sottolinea Cavezzali, attraverso la formula del romanzo, affronta anche un tema politico: quello dei nazisti che hanno trovato rifugio in Spagna dopo la fine della guerra. Per questo traspare anche un certo senso di colpa del paese.

“Non credo che la Spagna abbia alcun senso di colpa – è la risposta dell’autrice – . Semplicemente non si parlava di queste persone che vivevano tranquillamente in Spagna. Io questa realtà la conosco bene, avevo come vicino di casa un nazista che era proprietario di alcuni bungalow dove la gente ancora oggi fa le vacanze d’estate. Questa presenza mi colpì tanto, erano gli anni Ottanta. Ma la cosa che mi colpì più di tutte è che di queste persone non si parlava, erano come invisibili. Anton Galler, quell’uomo terribile che compì la strage di Sant’Anna e che ora è sepolto insieme alla moglie nel cimitero di Denia, passeggiava per le strade del paese con il suo cagnolino come una persona qualunque”.

 

I romanzi spesso servono a rileggere parti della storia, incalza Cavezzali. Che tipo di reazioni ci sono state in Spagna all’uscita in particolare de “Il profumo delle foglie di limone”?

“Reazioni poco piacevoli, all’inizio. In questo libro parlo del macellaio di Mathausen facendo il suo vero nome e cognome. Per gli altri nazisti ho usato nomi di fantasia ma sono comunque riconoscibili. Mi hanno scritto i famigliari e simpatizzanti nazisti. No, all’inizio non è stato bello. Oggi poi in Europa ci sono discepoli neonazisti che hanno fatto partiti di estrema destra in Europa. E’ una cosa molto allarmante”.

 

Nel suo nuovo romanzo, aggiunge Cavezzali, si parla molto di immigrazione e omosessualità.

“L’intolleranza è una vera e propria emergenza che ci fa tornare indietro rispetto ai diritti civili che avevamo faticosamente conquistato. Però non ho voluto scrivere un romanzo militante, ma un romanzo che catturasse l’attenzione del lettore”.

 

Da “Il Profumo delle foglie del limone” a “Lo stupore di una notte di luce sono passati cinque anni.  Anni ricchi di successo e di riconoscimenti. Clara Sanchez in questo lasso di tempo è cambiata?

L’autrice dice un “no” deciso, grande come una casa. “Certo qualche ruga in più ce l’ho – ironizza -, ma sono la stessa persona. Per me scrivere è sempre una sfida. Tutte le mattine mi alzo come se avessi appuntamento con l’uomo migliore del mondo. E quell’uomo è il romanzo che sto scrivendo”.

 

Domanda di rito: come è nata la passione per la scrittura in  Clara Sanchez? E qui l’autrice dà veramente il meglio di sé raccontando un divertente aneddoto.

“Ho cominciato perché non c’era alternativa. Ero una bambina fantasiosa e avevo un gran bisogno di evadere, di scappare. Se fossi stata bambina oggi mi avrebbero portato dallo psicologo, ma allora non se ne parlava proprio.

I miei genitori erano molto melodrammatici, molto presi dalle loro gelosie, dalle loro passioni, che quasi non vedevano i loro figli. Erano talmente fuori dalla realtà…

Per occuparsi di me assunsero una baby sitter che era praticamente cieca. Quando passeggiavamo in campagna dovevo raccontarle quello che vedevo: gli alberi, i fiori, di che colore era il cappotto di quel signore che stava arrivando … Grazie a questo sono diventata una buona osservatrice. Poi sono passata alla fase successiva delle invenzioni e ho cominciato a rendermi conto che la cosa funzionava.

Un giorno la mia baby sitter mi ha chiesto com’era quel monte che avevamo davanti a noi ed io mi sono lasciata trasportare dalla fantasia: c’è la neve, le ho risposto. Ma come può esserci la neve, mi ha detto lei, se siamo in piena estate? E’ stato in quel momento che è saltata fuori la scrittrice e dentro di me ho pensato: ho perso la mia prima lettrice. Avevo sei anni”.

 

I libri preferiti da Clara Sanchez? “Quelli che parlano dell’ordinario che diventa straordinario”. Ad esempio “La Metamorfosi” di Kafka: “Gregor Samsa non ha voglia di andare a lavorare e si inventa di essere un insetto”. Ma soprattutto adora i libri delle donne infedeli ed adultere: Madame Bovary, Anna Karenina.

“Anna Karenina è l’esempio di tutto quello che noi donne non dovremmo assolutamente fare. Non dobbiamo morire per amore. Oggi si parla tanto di Trump. Ricordo una frase della sua ex moglie Ivana: quando divorzi non rimanere sola con il dolore, ma sola con tutto”.

 

Clara Sanchez ha una vera passione per la fantascienza. “Dico sempre a mio marito: non voglio morire nel dubbio di non sapere se ci sono altre forme di vita negli altri pianeti. E lui mi risponde: non ti preoccupare se c’è qualcuno che merita di saperlo sei tu”. E coglie l’occasione per fare un annuncio: “Scriverò un romanzo di fantascienza, ma con lo pseudonimo di Rebecca Taylor”.

 

E da pseudonimo a pseudonimo il passo è breve: lei è una delle poche autrici, annota Cavezzali, che mette d’accordo critica e pubblico, come Elena Ferrante.

Mi piace la Ferrante, credo che sia un genio: ha un gran successo e riesce a starsene indisturbata a casa sua come una persona qualsiasi. Sì è un genio”.

A cura di Ro. Em.

Più informazioni su