Inaugurato ufficialmente a Ravenna il Salone dei Mosaici di Maurizio Bucci, con Tessere del 900

Più informazioni su

È stato inaugurato oggi pomeriggio – venerdì 16 marzo – il Salone dei Mosaici di Maurizio Bucci nella storica Casa del Mutilato sulla Piazza Kennedy dei tre palazzi, uno per ogni secolo: Palazzo Rasponi dalle Teste che incarna il Settecento, Palazzo Rasponi Murat l’Ottocento e Casa del Mutilato il Novecento. E insieme al Salone dei Mosaici debutta anche l’Associazione Tessere del 900 che rappresenta l’anima culturale del progetto, laddove Maurizio Bucci è quella commerciale, ma in una visione che è quella del mix vincente di cultura, turismo ed economia, come lui ama dire.

All’inaugurazione c’è un bel parterre de roi, con il Prefetto Russo e il Questore Russo, ci sono i due Assessori di Ravenna Costantini e Fagnani, c’è il Dirigente della Cultura Tarantino, e tante altre personalità. E succede di tutto in questa inaugurazione evento, con il taglio del nastro e poi la prolusione dotta di Ivan Simonini Presidente del Comitato Scientifico dell’Associazione Tessere del 900, che illustra storia e cifra artistica del bellissimo ciclo musivo del Salone dei Mosaici, un ciclo che non appartiere al Ventennio – e che il Ventennio non ebbe mai occasione di inaugurare – ma alla storia dell’arte, del mosiaco e della città. Un ciclo musivo coordinato dal grande Renato Signorini e a cui lavorarono mosaicisti del calibro di Libera Musiani, Antonio Rocchi e Ines Morigi Berti.

I grandi pannelli musivi in origine erano cinque, ne restano quattro: tre verticali dedicati alla Grande Guerra, alla Guerra d’Africa, alla Guerra di Spagna e uno orizzontale dedicato all’uscita di Giulio Cesare da Ravenna per muovere alla conquista di Roma. Un Giulio Cesare dalle sembianze chiaramente mussoliniane e questa lettura diventa ancora più chiara se si pensa che questo grande tableau aveva un gemello dedicato alla Marcia su Roma, questo dichiaratamente celebrativo del Duce. Ma il quinto mosaico fu eliminato per aprire una porta nella parete (e forse anche perchè era troppo imbarazzante nella Ravenna antifascista del dopoguerra). 

 

Ma gli altri mosaici furono tutti salvati e proprio dal CLN, dai partigiani, che li lasciarono coperti, celati e questo – dice Simonini – consentì alle opere di rimanere intatte nel tempo senza subire la furia iconoclasta che poteva tentare alcuni dei vincitori. Simonini poi snocciola le altre vicende del palazzo, del salone, dei mosaici. Ricorda Nino Carnoli che glieli fece scoprire nel 1994, ricorda Vittorio Sgarbi, ricorda Beppe Rossi e il Gruppo Nettuno che nel 2008 acquistò la Casa del Mutilato e la fece ristrutturare: nell’ambito di quella operazione immobiliare si fecero restaurare il salone e i mosaici ad opera della Cooperativa Mosaicisti. Finchè siamo ai nostri giorni, al 2017, quando un “imprenditore visionario” – dice Simonini – come Maurizio Bucci decide di prendere il Salone dei Mosaici per farne un centro di arte, cultura, intrattenimento e delizia. E questa è anche un’occasione per valorizzare la piazza su cui insistono anche tre palazzi di tre epoche diverse, tutti meritevoli di essere scoperti e valorizzati, come Palazzo Murat dove c’è un appartamento stile impero di epoca napoleonica fra i meglio conservati d’Europa – sostiene Simonini – ma che nessuno conosce.

Infine Simonini passa la parola a Piero Casavecchia  Presidente dell’Associazione Tessere del 900 che parla della Libreria, delle iniziative culturali sul Novecento e sul Razionalismo e dei piccoli cimeli custoditi come il bastone che appartenne a Francesco Balilla Pratella donato da Fede Berti figlia di Ines Morigi Berti all’Associazione. Il musicista del futurismo e questi mosaici dai richiami futuristi e poi quella mano di Ines Morigi Berti nel plasmare il grande pannello del Cesare-Mussolini. Bei richiami.

È seguito il saluto dell’Assessore al Turismo Giacomo Costantini anche a nome del Sindaco Michele de Pascale e dell’Assessora alla Cultura Elsa Signorino e – infine – tocca al padrone di casa, Maurizio Bucci, che fra note al pianoforte curate dall’Istituto Verdi e la declamazione di versi di Dante dal balcone, si commuove ricordando le tappe della sua vita e della sua carriera imprenditoriale, si ferma, non ce la fa, beve, riprende, si commuove di nuovo. E capisci che ci crede sl serio. Non solo è un visionario come dice Simonini, ma è anche un entusiasta, uno che butta il cuore oltre l’ostacolo. E magari gradirebbe anche qualche sostegno economico, perchè fare impresa è un grosso rischio, come ricorda lui stesso agli astanti.

È finita, Bucci legge il saluto di Cristina Muti e poi applausi. E tutti al rinfresco e un… venga a prendere un tè al caffè del Novecento… pardon al Salone dei Mosaici.

 

A cura di P. G. C.

 

 

Più informazioni su